Roma, 29 ottobre 2024 – Se dovessimo dare un titolo da film al giorno della Riforma di quest’anno, forse ricorreremmo alla dicitura del celebre sequel di George Lucas dell’epopea di Guerre stellari.
Un ritorno, a ben guardare, che molto ha a che fare con la tecnologia e, soprattutto, con i recenti sviluppi legati all’intelligenza artificiale.
Ma procediamo con ordine…
1517 o 2024?
Correva l’anno…2023 quando la Chiesa Evangelica della Renania lancia l’iniziativa: chiedi a Martin Lutero. Nel giorno della Riforma dello scorso anno, infatti, un gruppo di ricercatori e teologi, grazie a Chatgpt, aveva realizzato una ambientazione virtuale con tanto di Martin Lutero pronto a rispondere, proprio in quel giorno e in diretta, alle domande degli utenti.
Il desiderio inconfessabile, quindi, quello cioè di parlare oggi con Martin Lutero era stato reso possibile. Ma quanto quell’esperienza fosse originale? E come avrebbe trattato l’intelligenza artificiale le affermazioni problematiche del riformatore?
Torniamo al presente
L’esperienza del 2023 è stata a lungo studiata e ricalibrata e, ad un anno di distanza, è possibile trarne delle prime conclusioni in vista di una “seconda edizione”.
Se oggi Lutero si trovasse davanti alla porta del Castello di Wittenberg, innanzitutto avrebbe un vero e proprio shock culturale.
Ciononostante Lutero, dopo i primi attimi di smarrimento, avrebbe ancora molte parole interessanti da rivolgerci.
A giudicare anche dalle molte domande che gli utenti del web gli hanno rivolto in quest’anno. Le persone, almeno in Germania ma probabilmente e forse per motivi diversi anche in Italia, sono ancora molto interessate al personaggio e, soprattutto, al suo pensiero.
Nello sviluppo dell’avatar di Lutero la Chiesa Evangelica della Renania sta ancora costruendo un nuovo progetto. Addirittura un’app in realtà aumentata in cui il riformatore tedesco discute con il rivoluzionario Thomas Müntzer (1489-1525) di questioni sociali oltre che teologiche.
Con la possibilità per gli utenti di prendere in una qualche maniera parte a questa discussione. Confutare ciò che i due personaggi virtuali dicono in base ai risultati della ricerca storica del loro rispettivo pensiero.
Paura e curiosità
Studenti e ricercatori della città bavarese di Erlangen hanno discusso a cosa possono servire tali “incarnazioni” e a cosa si dovrebbe prestare attenzione quando le si programma. Fino a chiedersi quanto sia effettivamente autentico un Lutero digitale.
A partire dalla paura per come verrebbe oggi reinterpretato dall’intelligenza artificiale il pensiero di Lutero. Anche nelle sue più problematiche e rudi affermazioni. Ad esempio, come verrebbe oggi affrontata la questione antiebraica di Lutero?
Ma anche tanta curiosità verso quel modello in 3D preso in prestito dal ritratto di Lucas Cranach, vestito da pastore luterano invece che da monaco cattolico.
Il Lutero digitale dello scorso anno è risultato educato, disposto al compromesso, ma anche molto neutrale, incolore diremmo, mentre rispondeva alle domande degli utenti. In tedesco attuale e non certo nel sassone del XVI secolo.
Il pensiero e la parola
Le risposte date un anno fa da questo avatar erano moderate da Chatgpt, perciò il potere della parola di Lutero, che tanto fascino avrà avuto nel medioevo, ha subito il filtro dell’algoritmo.
La potenza di determinate affermazioni, scoperte e riflessioni era stata quindi edulcorata. Oggi, nel prossimo nuovo esperimento, l’archivio di riferimento dei bot è stato aggiornato, inserendo testi e citazioni, anche esplicite e tradizionali di Lutero.
Scoprendo che, in alcuni casi, i modelli linguistici digitali rifiutavano i testi perché contrassegnati come “linguaggio offensivo“.
L’equipe di ricerca della Chiesa renana ha evidenziato quanto particolarmente difficile sia stato implementare le affermazioni del riformatore, senza ulteriori commenti, ad esempio delle invettive antiebraiche.
Nella consapevolezza che la Chiesa ha fatto i conti anche con questo controverso aspetto del riformatore che, per un esperimento che abbia una attendibilità scientifica, non dovrebbe essere espunto.
L’obiettivo è quello di creare un modello con cui interagire per scopi didattici. Per meglio spiegare e comprendere i fenomeni storici che la Riforma ha rappresentato e continua a rappresentare.
Perciò anche le dichiarazioni critiche devono poter essere disponibili a chi voglia approfondire come nel tempo sia i riformatori che le chiese le hanno affrontare, criticate, superate.
Con l’ulteriore sviluppo del Lutero virtuale, i ricercatori della Chiesa renana ritengono che la questione non sia “se debba esistere o meno un Lutero virtuale“. Da tempo, infatti, esistono chatbot che in una qualche maniera ripropongono modelli di personaggi storici tra i quali, appunto, Lutero.
Lo scopo è semmai ricreare un ambiente nel quale il pensiero di Lutero, le sue riflessioni possano avere un carattere, uno scopo, una possibilità di interazione.