8 marzo 2024 – La Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica – meglio nota come ‘Convenzione di Istanbul’ – è stata adottata dal Consiglio d’Europa l’11 maggio 2011, ratificata ben dieci volte, è entrata in vigore il 1° agosto 2014.
L’Italia è stata tra i primi paesi europei a fare propria la Convenzione, ratificandola con la legge 27 giugno 2013, n. 77.
L’obiettivo di questa legge è quello di “proteggere le donne da ogni forma di violenza e prevenire, perseguire ed eliminare la violenza contro le donne e la violenza domestica; contribuire ad eliminare ogni forma di discriminazione contro le donne e promuovere la concreta parità tra i sessi, ivi compreso rafforzando l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne” (art. 1).
A che punto siamo?
Nel mese di dicembre del 2023 presso la Direzione Centrale Polizia Criminale, è stato presentato il report “Il Punto – Il pregiudizio e la violenza contro le donne”.
Il documento, elaborato dal Servizio Analisi Criminale, esamina il fenomeno della violenza di genere avvalendosi delle informazioni contenute nella Banca dati delle Forze di polizia. Un lavoro di analisi che prende in considerazione il periodo che va dal 1° gennaio al 3 dicembre 2023.
Sono 109 le donne uccise nel 2023: 90 delle quali hanno perso la vita in ambito familiare/affettivo di cui 58 vittime della violenza da parte del partner o dell’ex partner (fonte Eurispes).
Il ruolo della donna nella società italiana
Per l’ISTAT il nostro Paese è fanalino di coda nell’Unione Europea per il tasso di occupazione femminile. Ed un dossier del Servizio Studi della Camera ha rivelato non poche criticità su questo tema.
Il tasso occupazionale delle donne è più basso degli uomini sia a livello europeo, mentre in Italia il divario risulta tra i più alti dell’Unione. Pur considerando, dal 2021, un incremento costante delle occupate fino al secondo trimestre del 2023 nel quale tale incremento è dal 51,3% del 2022 al 52,6%. L’occupazione femminile è caratterizzata anche da «un accentuato divario retributivo di genere. Un incremento che, tuttavia, continua ad evidenziare anche la differenza nella retribuzione oraria lorda tra uomini e donne pari a circa il 5%.
Come è possibile?
Nonostante l’impegno dei governi e delle istituzioni siamo ancora lontane, di fatto, alla convenzione di Istanbul.
Ed è per questo che è necessario riaffermare oggi la necessità che donne e uomini lavorino insieme affinché questi squilibri vengano colmati.
La scrittrice e attivista Bell Hooks affermava quanto il femminismo non riguardi solo le donne o una parte di esse. Piuttosto la necessità di “cambiare lo sguardo sulle relazioni umane”. Nel suo appassionato libro Il femminismo è per tutti sottolinea e riflette sul fatto che il femminismo non è un fenomeno marginale, ma che è centrale quando non si pone solo l’obbiettivo di raggiungere la parità uomo-donna.
Questo fenomeno propone una nuova lettura delle contraddizioni che affliggono le nostre società. Il nemico del femminismo è il patriarcato, la violenza, il razzismo, non gli uomini. Perciò è necessaria un’alleanza tra uomini e donne per una società non classista, non razzista e senza violenza. Un nuovo paradigma su cui uomini e donne devono riflettere: insieme. (Bell Hooks, Il femminismo è per tutti, Tamu Edizioni, 1921, pagg 203, € 14).
In questa necessità i diritti potranno realmente essere di tutti, superando non solo la prevaricazione di genere, ma integrando concretamente e nella prassi quotidiana il rispetto reciproco di genere! Dobbiamo continuare a credere che ciò avvenga impegnandoci perché avvenga!
I numeri delle statistiche non possono ridurre questo impegno ad una astrazione né ad una dichiarazione di intenti.
Perciò la Rete delle Donne Luterane (RDL) ritiene che come cristiane e cristiani siamo chiamati e chiamate a rispondere alla “professione della nostra speranza”. Senza vacillare. Senza cioè dubitare smorzando l’efficacia dell’invito che la lettera agli Ebrei (10, 23) ci rivolge. Consapevoli che tale speranza non solo è possibile ma prossima: in quanto parte delle promesse che il Signore ci ha fatto.