9 ottobre 2022 – È questo lo scopo della Rete per l’Ambiente della CELI che, non a caso, ha un proprio blog, pensato e nato prima della Rete, denominato “fede fa futuro”.
Un impegno, quello dei luterani italiani, che è parte della nostra esperienza di fede, strettamente connesso quindi alla predica ed alla pratica del Vangelo.
Come tutte le iniziative nate dal basso prima del 2019, anno di fondazione ufficiale della Rete per l’Ambiente, le Comunità luterane erano già fortemente impegnate nella tutela e concreta salvaguardia del creato.
Come sottolinea Annette Brünger, che insieme a Matteo Nicolini si occupa del coordinamento nazionale della Rete, “per i luterani l’impegno ecologista e la tutela dell’ambiente sono conseguenza dell’impegno a tutela del creato. Creato che, per tutti i cristiani e le cristiane, non può essere altro se non il dono di Dio per l’umanità. Un dono di cui avere cura”.
Così, il Sinodo luterano del 2019, con le delibere nr. 14 e 17, ha voluto istituzionalizzare le esperienze che nel frattempo erano nate dal basso, a livello di Comunità, individuando, non solo i referenti nazionali della Rete, ma anche quelli locali, nelle singole Comunità.
Questa esigenza è stata tutt’altro che formale quanto determinata dalla necessità di tradurre in impegno coerente la vocazione cristiana cui le Comunità, come insieme di credenti, non possono sottrarsi.
“La Rete non è altra cosa dalla CELI”, sottolinea Matteo Nicolini; “noi esprimiamo l’impegno luterano su questo tema come Chiesa, non solo come singoli. Il nostro contributo, quindi, è il contributo luterano alla protezione del creato”.
Ragion d’essere della Rete non è quindi, né solamente, alimentare il dibattito interno alle Comunità sul tema della salvaguardia del creato, ma offrire spazi di confronto, di discussione, di elaborazione affinché nuove e concrete pratiche utili nell’agire quotidiano possano coinvolgere quante più persone possibile.
Certo è che, con l’arrivo di settembre, mese tradizionalmente dedicato al “tempo del creato”, che la Rete traccia un bilancio del proprio lavoro proiettandosi subito in ciò che ancora ci sarà da fare.
Durante appuntamenti speciali – come ad esempio la prossima giornata CELI di ottobre (14.10-16.10) -, la Rete organizza dei propri momenti per ritrovarsi ma anche per accompagnare la CELI e le Comunità nell’organizzazione momenti conviviali, nell’uso di stampati, preferendo materiali sostenibili per le diverse iniziative, allestendo inoltre un proprio stand in cui è possibile ricevere materiale informativo e di sensibilizzazione per aiutare gli altri, le altre a fare qualcosa di concreto per il pianeta.
Grazie alla peculiarità della CELI, chiesa bilingue, la Rete ha lavorato intensamente perché documenti, iniziative e progetti molto sviluppati in altri Paesi, come ad esempio la Germania, potessero essere conosciuti e anche riconosciuti in Italia. Si pensi, ad esempio, al questionario sulle “eco-comunità” per rendere la vita delle Chiese evangeliche che si riconoscono nella FCEI coerente con la vocazione alla cura del creato rivolta a tutti i cristiani e tutte le cristiane.
Non solo. A partire dalla drastica diminuzione degli insetti, la Rete ha lavorato sul progetto “giovani impollinatori”. “Infatti, oltre il 75% del cibo che consumiamo dipende dall’opera di impollinazione degli insetti impollinatori – spiega Annette – che da soli contribuiscono a mantenere in vita un ecosistema di grande biodiversità. Migliaia sono i prodotti della terra che giungono sulle nostre tavole proprio grazie al lavoro di questi piccoli instancabili insetti – e delle api in particolare. La loro progressiva estinzione, a causa dell’agricoltura industriale, dell’inquinamento, dei fenomeni atmosferici sempre più estremi, potrebbe avere ricadute terribili e non più sanabili sulla vita di tutti e tutte!”
Ecco perché la Rete si è impegnata nel progetto dei corridoi ecologici per insetti impollinatori, per permettere loro di avere sempre un rifugio adeguato e protetto durante i loro spostamenti, avendo a disposizione fiori ricchi di nettare e polline, piantati apposta vicino, e costruendo rifugi dove passare l’inverno o per la riproduzione. Una pratica già molto diffusa in molte regioni d’Europa.
“O – come spiega Matteo – l’impegno delle comunità di Napoli, Trieste e Verona-Gardone che, peraltro, hanno pure ricevuto un contributo della FLM per creare momenti di riflessione sul tema. In particolare, nel parco della chiesa di Gardone, si è creato sabato primo ottobre un habitat per api e altri insetti impollinatori. A Trieste, da anni la Comunità cura l’esistenza di alveari che trovano rifugio nella torre campanaria della Chiesa. A Napoli, nel giardino della chiesa sono stati piantati fiori che attirano gli insetti e, durante il workshop delle scorse settimane, i ragazzi hanno costruito degli “alberghi” proprio per gli insetti impollinatori”.
La CELI è anche associata all’ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), dell’Università di Verona nel progetto “territori sostenibili” e, a livello locale, favorisce l’impegno con diversi partner territoriali come Legambiente o altri.