Roma, 22 febbraio 2023 – Se provate a fare una ricerca in rete sulla Concordia di Leuenberg in italiano le informazioni che ne ricaverete sono sparute e spesso di provenienza esclusivamente protestante.
Ma cosa è la Concordia di Leuenberg?
Tra il 12 al 16 marzo del 1973, a Leuenberg, vicino Basilea (Svizzera), venne prima redatta e poi sottoscritta una sorta di convenzione. Una convenzione tra le Chiese europee della Riforma affinché vi fosse una chiara e definita comunione ecclesiale.
Luterani, riformati e unificati (cioè luterani e riformati insieme) cui aderirono anche le Chiese nate prima della Riforma ovvero fratelli boemi e valdesi. Da queste prime informazioni scopriamo che quest’anno la Concordia compie 50 anni!
Questa convenzione, chiamata appunto concordia, a partire dalle tradizioni e confessioni di fede di ogni singola Chiesa, stabilisce i fondamenti teologici comuni riconoscendo una reciproca comunione nella Parola (Bibbia) e nei “sacramenti”. Include il riconoscimento reciproco dei ministeri, l’ordinazione dei ministri di culto (dei pastori e delle pastore innanzitutto). Oggi la Concordia è un documento ecumenico accettato da oltre 94 chiese luterane, metodiste, riformate e unite di oltre trenta Paesi in Europa e Sud America. Si stima una popolazione di circa 50 milioni di credenti.
Un fatto scontato?
La Concordia di Leuenberg non è semplicemente né solamente il riconoscimento formale, condiviso, sottoscritto di una comunione tra Chiese che hanno origine nella Riforma avviata da Martin Lutero o che vi hanno aderito perché pre-esistenti. La comunione tra le diverse Chiese che si riconoscono nella riforma non può essere considerata un fatto scontato. Non soltanto perché il processo che porta fino a Leuenberg ha dovuto maturare per molto tempo, per secoli. Ma perché anche all’interno del protestantesimo sono sopravvissute, e tuttora sopravvivono differenze teologiche ed ecclesiologiche frutto di sensibilità, teologie, ecclesiologie diverse. La Concordia è perciò il frutto di un cammino in cui le Chiese hanno voluto rendere visibile, perciò praticabile, la loro comunione. Più di un formale rispetto per gli altri quindi. Un accordo impegnativo e programmatico che non può dirsi definitivamente raggiunto se non attraverso un continuo sforzo nel praticarlo.
Un testo per esperti?
Come tutti i documenti che affrontano le complessità teologiche e provano un tentativo di sintesi tra diversità, la Concordia di Leuenberg non è un testo semplice. Eppure è un testo semplice. Nel senso che prova a rendere accessibile, in uno spirito pienamente protestante, le complessità teologiche ed ecclesiologiche senza banalizzarle. La Concordia si compone di una introduzione (i primi due articoli), e da tre sezioni.
Dettaglio
Le tre sezioni sono quindi queste:
- Il cammino verso l’unione in cui si affronta il tema della testimonianza resa dalla Riforma nella riscoperta della Scrittura e come nel tempo, le chiese della Riforma abbiano imparato a distinguere “… la testimonianza fondamentale delle confessioni di fede della Riforma dalle forme concettuali, storicamente condizionate, in cui si è espresso” (art. 5). L’accento è dunque posto su come i rapporti tra le chiese siano cambiati rendendo la comune testimonianza un processo dinamico, in movimento.
- L’accordo riguardo alle condanne dottrinali del tempo su temi quali la giustificazione per fede e l’esclusiva mediazione salvifica di Gesù Cristo “norma di tutta la predicazione della chiesa” (art. 12) e dei sacramenti. Questi ultimi in particolare vengono intesi come parola di consolazione e affiancati alla parola della predicazione: una forma di predicazione attraverso simboli.
- La dichiarazione e attuazione della comunione ecclesiale con la comune comprensione della Santa Cena, della cristologia, della predestinazione, e la dichiarazione del superamento delle reciproche condanne. In particolare la Santa Cena viene intesa valida nelle due specie e della impossibilità di separare la comunione con Gesù Cristo nel suo corpo e nel suo sangue dall’atto di mangiare e bere.
Oggi?
La Concordia è oggi un testo che sfida le Chiese ad un cammino comune nella comprensione delle società in cui esse si trovano. Una comunione che ha oggi forse bisogno di un impegno concreto non solo nei contesti in cui gli specialisti si ritrovano. Che possa cioè incarnarsi oltre la sottoscrizione o il rinnovo di quell’accordo, nella vita concreta delle Chiese che vi si richiamano in tutte le loro articolazioni territoriali. Del resto la Concordia offre uno spazio di comunione ampio che è non solo rassicurante ma programmatico. Le diverse iniziative in Europa testimoniano la volontà delle Chiese di dare una lettura nuova interrogandosi sulle prospettive che oggi sono possibili a partire da Leuenberg. La CELI ha infatti inteso ribadire la propria appartenenza alla Concordia in una prospettiva ampia, di confronto, ascolto e riflessione che porterà il Segretario Generale della Comunione delle Chiese Protestanti, Mario Fischer, al prossimo Sinodo di aprile.
Scarica la versione italiana della concordia qui.