Roma, 8 marzo 2023 – “Nessuna libertà è possibile se il pensiero e la parola sono bandite”. Con queste parole la Rete delle Donne Luterane vuol onorare l’8 marzo rivolgendo il proprio pensiero a tutte le donne che, nel mondo, sono oppresse per la loro condizione femminile. Alle donne e ragazze cui è negato il diritto all’istruzione, all’uguaglianza.
La RDL non vuol dimenticare la situazione di violenza che investe, in particolar modo, le donne iraniane da mesi in lotta per una svolta democratica al regime.
“Spesso – ha osservato Maria Antonietta Caggiano, referente nazionale della RDL – i limiti e le compressioni delle libertà delle donne si cumulano a povertà più diverse: economiche, sociali, culturali e oggi anche digitali”.
Caggiano ha voluto richiamare la dichiarazione di apertura della 67a sessione della Commissione ONU sulla condizione delle donne nel mondo.
“Oggi il mondo si confronta con un nuovo tipo di povertà, che esclude le donne e le ragazze in modi devastanti: la povertà digitale”.
Dichiarazione Sima Bahous, apertura della 67a sessione della Commissione sulla condizione delle donne – ONU
Per Sima Bahous, sottosegretaria generale delle Nazioni Unite e direttore esecutivo di UN Women, “il divario digitale è diventato il nuovo volto della disuguaglianza di genere, aggravata dal respingimento contro le donne e le ragazze che vediamo oggi nel mondo”.
L’Innovazione digitale, infatti, mentre offre opportunità senza precedenti per donne e ragazze, allo stesso tempo, sottolinea Bahous “ha dato origine a nuove profonde sfide, aggravando in modo grave le disuguaglianze di genere”.
Secondo i dati resi noti dalla Commissione ONU, “le donne hanno il 18% in meno di probabilità rispetto agli uomini di possedere uno smartphone e ancor meno probabilità di accedere o utilizzare Internet”.
Soltanto nel 2022, 259 milioni di uomini in più rispetto alle donne erano online. Ed ancora: il 28% dei laureati in ingegneria e il 22% dei lavoratori dell’intelligenza artificiale a livello globale sono donne. Nonostante le ragazze eguaglino le prestazioni dei ragazzi nelle materie scientifiche e tecnologiche in molti paesi.
Nel settore tecnologico a livello globale, proseguono dall’ONU, le donne non solo occupano meno posizioni, ma devono anche affrontare un divario retributivo di genere del 21%. Senza dimenticare che quasi la metà di tutte le donne che lavorano nel settore tecnologico ha subito molestie sul posto di lavoro.
Il divario nell’accesso agli strumenti e alle opportunità digitali è più ampio laddove le donne e le ragazze sono spesso più vulnerabili. E questo divario colpisce in modo sproporzionato donne e ragazze con basso livello di alfabetizzazione o basso reddito, che vivono in aree rurali o remote, migranti, donne con disabilità e donne anziane. Mette a repentaglio la nostra promessa di non lasciare indietro nessuno.
Il divario digitale non può essere considerato un problema accessorio o non prioritario. Tanto più per la pervasività con cui la tecnologia invade tutti gli aspetti della vita moderna.
“Tale divario – ha concluso Caggiono – limita di fatto l’accesso delle donne ad informazioni salvavita, alle opportunità di formazione, ai servizi pubblici online. E ciò è rilevante perché determina limiti per il completamento dell’istruzione, all’indipendenza nella gestione dei conti bancari, all’accesso ad informazioni rilevanti sul proprio corpo, sui diritti e sull’occupazione”.
La Rete delle Donne Luterane invita pertanto non solo le donne ma la società tutta, donne e uomini insieme, a cogliere l’opportunità dell’8 marzo perché diritti negati, libertà violate e nuove forme di povertà che discriminano e opprimono, non vengano dimenticati.
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