Roma, 8 agosto 2024 – La Chiesa evangelica della Confessione Augustana in Romania celebra 30 anni di ordinazione femminile al ministero pastorale. Le celebrazioni, che dureranno un anno, culmineranno durante l’ultima settimana di agosto con un servizio di ringraziamento a Sibiu. Alcuni giorni prima dell’Assemblea generale della Comunione delle Chiese protestanti in Europa (CPCE/GEKE).
La Rev. Dr. Elfriede Dörr dirige il dipartimento della chiesa per le relazioni ecumeniche e la formazione pastorale. Ricorda le numerose difficoltà che lei e altre donne hanno dovuto affrontare nei primi giorni dopo la loro ordinazione come pastore.
“Sono stata ordinata l’8 settembre 1996 a Magdeburgo nella Germania centrale”, ricorda, “per il ministero nella parrocchia di Mediasch in Transilvania“.
La decisione dell’ordinazione delle donne in realtà era stata già assunta due anni prima. Tuttavia ci sarebbero voluti alcuni anni prima che la chiesa fosse pronta a ordinare la prima donna in Romania.
“Ricordo che non è stato facile quando ho iniziato il mio ministero“, dice Dörr. “Sono arrivata per servire in una parrocchia tradizionale dove c’era un forte senso dell'”ufficio” della moglie di un pastore. Sposata con un pastore, “non mi vedevo solo come sua moglie, con tutte le aspettative che questo ruolo comporta“.
Sfida alla cultura patriarcale
Tra le maggiori difficoltà, ricorda Dörr, la mancanza di modelli di ruolo o colleghi cui rivolgersi per ispirazione e supporto. Qualche tempo dopo, continua, incontrò una giovane pastora slovacca a una conferenza a Graz, in Austria. Con lei iniziò a condividere storie e scambiare esperienze di sfide comuni. “Ricordo bene come abbiamo mangiato il gelato insieme durante una pausa della conferenza e ho avuto l’impressione di tirare un sospiro di sollievo“, dice.
Tre decenni dopo, Dörr nota che lavorare in un contesto internazionale, inclusa la Conferenza delle Chiese Europee, le ha offerto molte opportunità. Spesso – dice – le viene ricordato il significato di essere una donna nel ministero. La particolarità che il ministero femminile ha portato in particolare nella predicazione.
Eppure riflette anche sulla “rete di svalutazione teologicamente confezionata” a cui le donne sono ancora sottoposte. L’uso cioè dei testi biblici per umiliare e negare la loro pari dignità.
“Spesso anche le donne hanno interiorizzato questa cultura a tal punto che ci sembra normale e non facciamo nulla per metterla in discussione”, afferma. “Sono quindi ancora più colpita quando i colleghi si esprimono contro questa cultura patriarcale”.
Leader modello e madri di fede
Per sfidare questa mentalità, è perciò importante spiegare i contesti storici che alcuni passaggi biblici esprimono.
Alle donne che affrontano tali sfide, dice: “Vorrei chiedere loro di collocarsi consapevolmente nella tradizione delle madri di fede, di Sifra e Pua, Lidia e Febe, Ildegarda di Bingen e Maria Daly, Marlene Wermescher e Dorothea Binder“.
Nonostante le sfide, l’impegno delle donne nel ministero pastorale è risultato spesso significativo e fondamentale in particolare nella missione di promuovere relazioni ecumeniche e internazionali. Ma anche nella formazione di nuovi pastori e pastore.
Come membro di una chiesa di minoranza in una nazione a maggioranza ortodossa, usa l’immagine di un’orchestra per descrivere il suo compito come “il volto della mia chiesa” in contesti internazionali.
Una piccola chiesa come un piccolo flauto che non suona sempre in tutto il concerto, ma quando lo fa, è importante che tocchi la nota giusta al momento giusto.
Dörr racconta il fascino di ciò che le donne luterane, provenienti da molti angoli del mondo, hanno inventato per rendersi riconoscibili come pastore. Non per evidenziarsi ma per testimoniare un cambiamento, una possibilità, una speranza.
In questi 30 anni di ordinazione femminile in Romania, Dörr guarda alle Chiese in cui ancora l’ordinazione è riservata ai soli uomini.
E dice: “fatevi coraggio, il cambiamento è possibile!” Far parte di una Comunione di Chiese, come la Federazione Luterana Mondiale (LWF) rende più facili questi cambiamenti. All’ultima Assemblea della Federazione, in Polonia, nota, le donne pastore polacche hanno parlato dei molti, lunghi ostacoli che hanno dovuto superare prima che l’ordinazione diventasse possibile nel loro contesto.
“Lì mi è diventato chiaro”, conclude, “che l’ordinazione delle donne è un criterio indispensabile per la comunione riconciliata di uomini e donne nella chiesa, anche se non è affatto l’unico. Può essere descritto come un passo verso la giustizia e la pace, racchiuso nella bella parola ebraica shalom’”.
Approfondimento e Credits Approfondimento qui, in inglese Foto di copertina e nell'articolo ©LWF/Privata e © LWF/Rares Helici