Roma, 10 settembre 2024 – Il 20 settembre le organizzazioni di endocrinologia hanno istituito la giornata internazionale di sensibilizzazione sulla crescita dei bambini. Un appuntamento che, insieme ad esempio all’8 settembre scorso, giornata internazionale dell’alfabetizzazione richiama la nostra attenzione su un tema, quello dei bambini e delle bambine, molto rilevante per i cristiani e le cristiane.
Rilevante, ma anche doloroso. Pensiamo agli oltre 14 mila bambini e bambine morti solo nell’ultimo anno a Gaza. Ed a coloro cui tutto è stato tolto e strappato via in Ucraina.
Il tema è quindi rilevante. Interroga le coscienze ma anche la teologia, la spiritualità, la testimonianza evangeliche non soltanto nei luoghi della tragedia ma negli altri. Proprio quelli dove i bambini e le bambine non devono fare i conti con le bombe e la morte.
La crescita nei contesti
La crescita dei bambini e delle bambine riguarda l’insieme dei cambiamenti dell’organismo uniti all’acquisizione dei caratteri propri dell’età adulta e la formazione della personalità.
Si tratta quindi di un percorso complesso che mette in relazione elementi biologici con le esperienze, il contesto, le relazioni. Tutto quello che concorre non soltanto alla modificazione del corpo ma che determina la formazione dei comportamenti e del carattere.
I contesti con i quali i bambini e le bambine entrano in contatto non sono indifferenti e neutri. Concorrono, quindi, a questa crescita. In alcuni casi la condizionano in maniera più o meno positiva e negativa.
Ecco perché nella costruzione delle società è oggi rilevante il ruolo che viene riconosciuto ai più piccoli. Un ruolo che risulta tanto più rilevante se risulta evidente. La creazione di spazi in contesti un tempo pensati esclusivamente per gli adulti come le Chiese, ad esempio, esercita un preciso mandato evangelico.
“Lasciate che i bambini vengano a me“, queste le parole attribuite a Gesù nei Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca).
Per le Chiese cristiane, quindi, la presenza dei bambini non è, né può essere un elemento secondario. Così come un tempo erano sufficienti i momenti liturgici di accoglienza dei bambini e delle bambine nella Chiesa, oggi la creazione di spazi nel contesto ecclesiastico non è più sufficiente.
Inclusione
In molte realtà luterane sono state sviluppate, e nel tempo migliorate, diverse forme di inclusione nella vita comunitaria dei bambini e delle bambine.
La partecipazione a momenti nei quali i bambini e le bambine possono oggi svolgere una funzione attiva e non più soltanto passiva, ad esempio.
Letture, animazioni e drammatizzazioni della Parola, durante i quali anche i più piccoli si inseriscono, partecipano dando un contributo originale ed importante, sono largamente preparati e organizzati.
Nel contesto protestante e luterano in particolare si è lungamente discusso e lavorato per favorire la reciproca inclusione di tutti i partecipanti alla vita della Chiesa.
Nel 2002, solo per limitarci ad un esempio, la Chiesa evangelica di confessione augustana in Austria ha stabilito la possibilità per i bambini e le bambine di partecipare alla “cena del Signore”.
Adattamento
In realtà, da tempo nelle Chiese luterane la partecipazione dei bambini e delle bambine è parte del più grande tema della partecipazione alla vita comunitaria.
Oggi semmai ci si chiede come rendere questa vita della Comunità, le sue articolate attività, i riti ed il linguaggio, accessibili a tutti e tutte. Anche ai bambini ed alle bambine, quindi.
Nell’invito di Gesù a lasciare che i bambini “lo raggiungano”, c’è quindi il riconoscimento che questo cammino debba poter esser percorso da loro. In autonomia.
Gesù non dice costringeteli fino a me. Ma, lasciate che vengano. Riconosce quindi una volontà ed una autonomia che devono essere rese possibili e rispettate.
Perciò il cammino delle Chiese è un continuo sforzo di adattamento non sempre facile perché sfida strutture, consuetudini, regole, linguaggio, forme. Mette cioè tutto ciò che esiste già in forma di domanda più che di certezza.
Chiese in cammino
Un cammino la cui storia deve fare i conti anche con i drammi e i terribili crimini legati agli abusi dei minori.
La libertà di volontà e autonomia richiede in noi adulti la consapevolezza della vulnerabilità dei bambini e delle bambine. Una vulnerabilità che non può essere esposta al rischio di vuol approfittarne.
Le Chiese su questo punto hanno assunto posizioni e risposte differenti. Come luterani tuttavia consideriamo le esperienze occorse nel panorama delle diverse confessioni come esperienze che ci interrogano, dinanzi alle quali non possiamo rimanere indifferenti.
L’impegno a rendere le Comunità luoghi di accoglienza, libertà ma anche sicurezza non è quindi secondario.
Chiese sicure
La storia deve alimentare e aumentare la consapevolezza della responsabilità che abbiamo nei confronti dei bambini e delle bambine.
Il tema della sicurezza esprime quindi un caleidoscopio di possibilità e non soltanto di divieti e restrizioni che devono potersi esprimere in un Chiesa matura capace di affrontare anche i drammi che, pur non avendo vissuto nel proprio spazio confessionale, hanno indiscutibilmente scosso e continuano a scuotere le nostre società.
Sicurezza, quindi, come possibilità di sentirsi liberi e autonomi in un contesto sereno perché vigile, attento, capace di intervenire risolutamente ma anche di ascoltare amorevolmente.
Un contesto che, proprio grazie all’adattamento che l’inclusione dei più piccoli richiede, risulta alla fine affidabile, coerente e perciò responsabile della crescita di tutta la Comunità dei credenti. Dalla quale, appunto, i più piccoli non sono esclusi.