Roma, 24 gennaio 2025 – Le Chiese e le ONG dovrebbero restare attive sulle piattaforme social o abbandonarle per motivi etici? Durante il webinar “X and Meta: Should I stay or should I go?” organizzato da WACC Europe il 21 gennaio, tre voci autorevoli hanno condiviso opinioni contrastanti sul tema.
La responsabilità della società civile
Philip Lee, segretario generale di WACC Global, ha sottolineato l’importanza che la società civile assuma un ruolo più attivo nel chiedere responsabilità alle piattaforme social. Queste, secondo Lee, pongono gravi sfide alla democrazia e alla trasparenza. La loro influenza globale amplifica opinioni e contenuti con velocità senza precedenti, mentre la riduzione dell’impegno verso la verifica delle informazione e la deregolamentazione aumenta i rischi di manipolazione e diffusione di fake news.
Lee ha criticato l’uso di sistemi automatizzati, degli algoritmi, per gestire contenuti problematici e la dipendenza dalle segnalazioni degli utenti per problemi meno gravi. Ha anche evidenziato la mancanza di trasparenza nei processi di moderazione e nella gestione dei dati. Per affrontare queste sfide, ha esortato la società civile a promuovere l’alfabetizzazione mediatica, sostenere il giornalismo di interesse pubblico e contrastare le narrazioni divisive.
Rimanere con una strategia chiara
Christian Sterzik, responsabile digitale della Chiesa Evangelica in Germania (EKD), ha sostenuto l’importanza di rimanere su piattaforme come X e Meta, ma con un approccio strategico e mirato. Paragonando la complessità dei social alla parabola biblica del grano e delle zizzanie, ha evidenziato la necessità di bilanciare rischi e opportunità.
Sterzik ha consigliato di diversificare la presenza su più piattaforme per ridurre i rischi legati a cambiamenti improvvisi delle politiche aziendali o degli algoritmi. Ha ribadito che, finché operano entro i limiti legali, queste piattaforme possono servire come strumenti utili per promuovere messaggi positivi e coinvolgere la società.
Lasciare per motivi etici
Markus Eisele, direttore della Diakonie di Francoforte e Offenbach, ha invece esortato le Chiese e le ONG ad abbandonare X, descrivendola come sempre più tossica e dannosa. La sua organizzazione ha già lasciato la piattaforma, citando l’aumento dei discorsi d’odio, dei troll e della disinformazione.
Eisele ha criticato le nuove funzionalità a pagamento, che favoriscono chi ha risorse finanziarie a scapito della visibilità delle ONG. Ha paragonato la situazione a una partita di calcio in cui l’arbitro tollera comportamenti scorretti. Per lui, l’unica scelta sensata è uscire dal “gioco”.
Il dibattito continua
La situazione va quindi monitorata e costantemente aggiornata. “Le recenti attività di riposizionamento dei social – rileva Gianluca Fiusco, responsabile della Comunicazione della CELI e membro del Comitato europeo WACC – in particolare di Meta, evidenziano quanto queste decisioni, pur influenzando il flusso comunicativo sui social stessi, vengano prese senza alcun confronto con la comunità di coloro che hanno deciso di iscriversi a quei social. Decisioni assunte come necessità e politiche aziendali che, tuttavia, determinano conseguenze dirette sui profili e le pagine social, sui dati personali e la profilazione di questi dati. D’altra parte la presenza sui social delle Chiese è connessa alla responsabilità che queste avvertono nei confronti dei loro followers, delle persone che seguono le pagine e i profili. C’è talvolta la preoccupazione di lanciare messaggi poco coerenti o di chiudere il dialogo faticosamente costruito con questi utenti. Il tema è quindi ampio e merita una riflessione che non si può esaurire semplicemente nel rimanere o andar via“.
Questa discussione è parte di una serie di incontri mensili organizzati da WACC Europe, che affrontano i temi più urgenti per i comunicatori. Il prossimo evento si terrà il 18 febbraio.
Il confronto tra queste prospettive evidenzia la complessità del rapporto tra social media, etica e missione delle Chiese e delle ONG. Rimanere o lasciare dipende da una valutazione attenta dei rischi, delle opportunità e delle responsabilità verso la società.
Fonte dell'articolo, qui (in inglese). Si ringrazia Ralf Peter Reimann, Pastore, Consigliere ecclesiastico per la comunicazione, attività digitali e internet della Chiesa Evangelica della Renania; Presidente di WACC-Europe.