Roma, 28 marzo 2024 – Allanah Carron, è stata la più giovane delegata della Federazione Lutarana Mondiale presso la Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne (CSW).
La LWF ha da tempo deciso di includere le giovani generazioni nel processo di leadership dei luterani nel mondo. Un impegno che si traduce nella responsabilità di aprire gli spazi di ascolto, rappresentanza e decisione a chi del futuro farà parte.
Il Sud come premessa
Allanah è nata e cresciuta a Paramaribo, la capitale del Suriname: è uno dei paesi più piccoli del Sud America, ma anche uno dei più etnicamente diversificati. Grazie ad una borsa di studio della Chiesa evangelica luterana in America destinata alla leadership femminile, sta studiando al St Olaf College nel Minnesota.
L’incontro con i partecipanti delle delegazioni presenti ai lavori della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne (CSW), ha evidenziato che, ogni persona può avere “sempre qualcosa con cui contribuire in spazi come questi”. In particolare grazie alle esperienze di Allanah come giovane donna.
Ignorare non è un diritto
Così racconta: “prima di arrivare a New York, sentivo che le lotte che affrontano le donne di tutte le razze ed etnie fossero solo una parte normale della vita. Questo è l’errore che fanno anche tante persone, perché il sessismo, la discriminazione e l’ingiustizia non dovrebbero essere qualcosa di naturale e inevitabile. Ho capito che questo non è il tipo di mondo in cui voglio vivere, perciò non scrollerò più le spalle dinanzi ai commenti sessisti o cose del genere“.
I lavori della Commissioni sono una opportunità di conoscenza e approfondimento. Ma nascondono anche risvolti dolorosi nella misura in cui taluni politici “praticano il loro «diritto» all’ignoranza rispetto ai problemi dei loro Paesi“.
Un falso diritto contro il quale impegnarsi per contrastare quei sistemi di lotta che consentono agli uomini – e talvolta anche alle donne – di emarginare, discriminare e controllare la vita degli altri. Perciò la possibilità di condivisione con donne di tutto il mondo che affrontano sfide simili rafforza la consapevolezza dell’importanza di continuare ad accogliere queste sfide.
Essere parte di un impegno più grande
“Le azioni individuali – continua – possono servire sia a mantenere le forme di disuguaglianza esistenti, ma possono anche servire a smantellarle. Se rimaniamo riluttanti a svolgere un serio lavoro individuale, istituzionale e strutturale, il nostro percorso verso un futuro più equo ristagnerà e i nostri obiettivi rimarranno fuori portata“.
Tra gli elementi di maggiore riflessione che la CSW68 ha prodotto, il principale riguarda al lavoro comune e delle Comunità per stabilire e rafforzare politiche e sistemi di responsabilità efficaci che migliorino la condizione delle donne a tutti i livelli.
Non si tratta di inventare nulla di nuovo, quanto di modificare quel che esiste per adattarlo agli standard odierni. O meglio, riflette Allanah, “migliorarlo per adattarlo al mondo che stiamo cercando di creare, un mondo che non abbiamo mai visto prima“.
La costruzione di questo “nuovo mondo” merita una storia diversa, scritta con un linguaggio diverso. Che sappia coniugare l’impegno del noi e dare alla giustizia, la dignità e la parità di accesso alle risorse la centralità che meritano affinché siano lo standard per tutti, piuttosto che un privilegio per pochi.