Roma, 27 novembre 2022 – L’autunno inoltrato ed il prossimo inverno non hanno raffreddato l’impegno dei luterani a Venezia. Benché ad oggi la sede pastorale sia ancora vacante, la Comunità non è rimasta a guardare.
Si tratta della più antica Comunità Luterana in Italia ed una tra le più antiche costituite fuori dalla Germania.
Lo stesso Martin Lutero ne testimoniò l’esistenza scrivendo ai protestanti di Venezia e del Veneto tra il 1543 ed il 1544. Lutero era seriamente preoccupato per le persecuzioni che i simpatizzanti della Riforma stavano subendo.
La posizione strategica della città, il fiorente commercio, tra i principali d’Europa, portò fin da tempi remoti numerose famiglie tedesche a stabilirvisi.
Ecco perché la storia del nucleo dei commercianti “alemanni”, riuniti nel “fondaco dei Tedeschi”, fu strettamente legata a quella della dinamica comunità
E, se per i tedeschi, partner commerciali importanti, la tolleranza era praticata per interesse, per gli altri l’inquisizione o finire in fondo delle acque lagunari furono rischi concreti.
In questi giorni, inoltre, è stata pubblicata la circolare della Comunità che, di uno spirito gioioso, è fruttuosa testimonianza.
Oltre alle informazioni sulle varie attività comunitarie, tra matrimoni, viaggi, compleanni, nascite, culti e molto altro, merita attenzione particolare la prossima digitalizzazione del prezioso archivio storico della Chiesa.
La chiesa, sede della Comunità Luterana di Venezia è, tra altro, un bellissimo complesso storico molto visitato: “Scuola dell’Angelo Custode” Campo Ss. Apostoli, Cannaregio (Venezia, qui la posizione).
Ed ancora le importanti le collaborazioni territoriali: come quella col Club Unesco che, nelle scorse settimane, ha organizzato nei locali della Comunità, la presentazione di un libro sul periodo pandemico durante i mesi “caldi” del Covid-19
Ma c’è una tradizione che testimonia non solo la capacità dei luterani di Venezia di coltivare la memoria, quanto l’impegno a prendersi cura delle tracce di presenza evangelica nel territorio.
Come, ad esempio, la visita ai defunti sconosciuti e per lo più dimenticati nella sezione evangelica dell’isola cimiteriale di San Michele.
Non solo per opera di carità ma, appunto, esercizio della memoria collettiva: quella della presenza dei protestanti che hanno vissuto e operato nel territorio. Storie, aneddoti e informazioni sulle persone lì sepolte parte della storia dei protestanti vissuti nel territorio.
E, ancora, il prossimo bazar in Chiesa in vista del periodo di Avvento; oppure i concerti di musica sacra di quando in quando offerti alla città.