Tallinn, 16 giugno 2023 – Sviatlana Tsikhanouskaya, nel corso dell’Assemblea Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, ha invitato l’ecumene europea a pregare per le popolazioni della Bielorussia e dell’Ucraina.
Nel corso dei lavori di questi giorni a Tallin, la leader del “gabinetto di transizione” democratica ha lanciato un appello ad alzare la voce per “la vera pace, la vera fratellanza e il vero amore”.
Il 15 giugno Tsikhanouskaya ha riflettuto su come le Chiese in Europa possano custodire la morale e la libertà.
Il discorso di Sviatlana Tsikhanouskaya (scaricabile qui nella versione italiana) ha ripercorso l’incubo innescato dall’inizio del conflitto in Ucraina fin dal 24 febbraio scorso. L’idea delle tre “nazioni fraterne” (Russia, Bielorussia e Ucraina) ha ricevuto un colpo mortale da coloro che l’hanno promossa.
Sviatlana Tsikhanouskaya, rappresenta l’opposizione in esilio al Governo di Aljaksandr Ryhoravič Lukašėnka. Ricercata dalla polizia Bielorussia è accusata e condannata in contumacia a 15 anni, per cospirazione per la presa del potere statale, creazione di una formazione estremista e appelli pubblici per la presa del potere.
Intervenendo all’Assemblea generale, ha sottolineato il valore del sogno di una società fraterna e solidale che ispira la lotta del popolo bielorusso contro la tirannia.
Ha ricordato l’importanza del ruolo assunto dalle donne nelle proteste che, dal 2020, animano il Paese. Ed ha voluto citare Maryia Kalesnikava, Palina Sharenda Panasiuk, Katsiaryna Andreeva, Volha Zalatar, Darya Losik in rappresentanza delle circa duecento donne imprigionate per le loro idee di democrazia e libertà.
Tsikhanouskaya ha voluto inoltre soffermarsi sui rischi che questa guerra ha per il pianeta e per l’ambiente. Per quasi trent’anni, la Bielorussia è stata un paese non nucleare. In un gesto di umanità senza precedenti, ha rinunciato all’energia nucleare – in nome della pace nella regione e nel continente. Con le mobilitazioni militari e lo spostamento di armi nucleari dalla Russia alla Bielorussia anche questo impegno è oggi spezzato.
Un intervento carico di tensione emotiva che si è anche soffermato sulla necessità di comprendere che “non si può vincere una guerra senza vincere la pace”. Perché una vittoria militare non sarà sufficiente senza una vittoria politica. E la vittoria politica, per essere valida e a lungo termine – ha incalzato Tsikhanouskaya – deve essere anche morale. E “morale”, almeno nel mondo cristiano, significa “non violento”.
Perciò ha richiamato le le comunità religiose ad assumersi un carico di responsabilità sia per se stesse che in ambito ecumenico.
Le comunità religiose, le chiese e i singoli cristiani – ha sottolineato Tsikhanouskaya – possono giocare un ruolo significativo nel promuovere la pace. Nel mantenere la speranza sotto la tirannia e contribuire alle trasformazioni democratiche.
Glossario CEC, Consiglio Ecumenico delle Chiese, si tratta di 113 chiese di tradizioni ortodosse, protestanti e anglicane di tutta Europa per il dialogo, la difesa e l'azione comune. Fondati sulla riflessione teologica, dialogano con le istituzioni europee a Bruxelles e Strasburgo, promuovendo la pace e la riconciliazione, sollevando preoccupazioni e plasmando il futuro dell'Europa. Gabinetto di transizione (Democratica), si tratta di un organo esecutivo ad intermi della Bielorussia, nato il 9 agosto 2022 con lo scopo di lavorare per un processo di transizione verso la democrazia del Paese. Ecumenismo, dal greco significa universale, che comprende tutti e tutte. Ovvero il movimento di dialogo delle Chiese Cristiane, di diversa denominazione e orientamento teologico. Approfondimento Relazione di Sviatlana Tsikhanouskaya qui (in inglese), qui (in russo) e qui (in italiano). Foto di copertina e nell'articolo @Albin Hillert/CEC Assembly 2023