
X e Meta: andare o restare?
Roma, 17 gennaio 2025 – Il 21 gennaio prossimo, dalle ore 10:00 alle 11:00, si terrà un webinar su Zoom per affrontare un tema sempre più attuale: come le decisioni delle grandi piattaforme social come Meta e X (ex Twitter) stanno influenzando i diritti di comunicazione.
L’evento, che include esperti di livello internazionale, si pone l’obiettivo di analizzare come chiese, istituzioni e organizzazioni possano ripensare la propria presenza sui social media, soprattutto alla luce delle recenti controversie.
Ad organizzare l’iniziativa il Comitato europeo dell’Associazione mondiale della comunicazione cristiana (WACC) nel quale siede Gianluca Fiusco, responsabile per la comunicazione e coordinatore della Rete della diaconia della Chiesa Evangelica Luterana in Italia.
Il dibattito, la discussione
Nel corso del webinar verranno presi in esami alcuni aspetti del dibattito in corso. Aspetti rilevanti ma anche controversi che stanno alimentando, soprattutto tra le Organizzazioni sociali, le Chiese e gli attori dell’impegno civile a livello globali, una accesa discussione. In particolare:
- Impatto sui diritti di comunicazione: Si esplorerà come le scelte delle grandi piattaforme influenzano la libertà di espressione e la trasparenza, considerando sia le opportunità che i limiti posti dalle nuove politiche.
- Alternative emergenti: Verrà analizzato il fenomeno dell’abbandono di piattaforme come X da parte di alcune organizzazioni, che stanno sperimentando nuovi spazi digitali per promuovere una comunicazione più etica e responsabile.
- Strategie per chiese e istituzioni: si cercherà di rispondere alla domanda “come le chiese possono adattare il proprio messaggio in questo contesto digitale mutevole, con particolare attenzione alla necessità di condividere la verità e promuovere il dialogo?”.
Pluralità di voci e di idee
Il Comitato europeo WACC ha voluto coinvolgere alcuni e diversi esperti per un confronto plurale ma anche aperto, per evitare un dibattito a tesi. Tra i relatori figurano:
- Philip Lee, Segretario Generale di WACC Global, che offrirà una prospettiva globale basata sui diritti di comunicazione.
- Christian Sterzik, Chief Data Officer della Chiesa Evangelica in Germania, che illustrerà come una maggiore libertà di espressione su Meta potrebbe aprire nuove opportunità per le chiese.
- Markus Eisele, della Diakonie di Francoforte e Offenbach, che spiegherà le ragioni che hanno portato la sua organizzazione ad abbandonare X.
A moderare il dibattito sarà Agnieszka Tarnogórska, Ufficio Stampa della Chiesa Evangelica della Confessione Augustana in Polonia. La partecipazione al webinar è gratuita, previa registrazione al link dedicato: Registrazione Zoom
Social media, sfide emergenti, tentazioni antiche
Questo incontro offre un’occasione preziosa su come affrontare i cambiamenti imposti dai social media, mantenendo al centro la propria missione e i valori fondamentali. Partecipare significa contribuire a un dialogo essenziale per costruire un futuro digitale più equo e rispettoso dei diritti di comunicazione.
La polarizzazione non è una novità nel sistema comunicativo social. L’avvento di queste piattaforme, la loro diversificazione, la creazione al loro interno di bolle social ha cambiato il modo di interagire tra le persone. Ma anche e soprattutto di formare idee, convinzioni, l’informazione stessa.
Questo fenomeno vede oggi un passo ulteriore nella ridefinizione delle identità dei social. Il campo apparentemente neutro con cui si sono proposte all’inizio, si è trasformato in adesione a linee editoriali e politiche sempre più definite e circoscritte.
Il consistente abbandono di X da parte di molti utenti e organizzazioni (un esempio che ha suscitato ampio dibattito, The Guardian), fa riflettere. Una divisione tra coloro che ritengono insostenibile la svolta sulla libertà di parola e la svalutazione dei valori umani adottata. E coloro che, invece, pensano sia importante mantenere vive le voci critiche proprio all’interno di queste piattaforme.
La ridefinizione dell’umanonti, tentazioni antiche
Nel mezzo il traffico di dati sensibili, personali che costituiscono sempre più la fonte con cui gli algoritmi possono profilare gli utenti, condizionandone le scelte, orientandone le decisioni, fino a forme più o meno invasive di manipolazione delle notizie.
“Esploriamo una situazione nuova, che si sviluppa su piattaforme e strumenti moderni, accessibili a tutti e tutte, osserva Gianluca Fiusco. Tuttavia, affrontiamo anche una dinamica antica: la polarizzazione tra il sistema del grande capitale finanziario, che punta a controllare la comunicazione, e le persone, le organizzazioni sociali, religiose, politiche e culturali, impegnate a rafforzare resistenza e resilienza. Le variabili in gioco oggi risultano molte e complesse. E se prima le bolle social contenevano, all’interno di un’unica piattaforma, le diverse istanze, oggi le bolle sono diventate i social stessi che si classificano, ad esempio, come di destra o di sinistra a seconda dell’orientamento di chi li possiede.
Per Fiusco, il punto cruciale non è decidere se restare o abbandonare queste piattaforme, quanto interrogarsi sull’uso e la ricaduta che hanno nella nostra vita codici e algoritmi che le regolano. Questi sistemi non sono neutrali né trasparenti. Neppure accessibili come gli open source.
Quando i proprietari orientano le piattaforme verso un’idea o una politica, creano censure, silenziano voci critiche ed esercitano un potere fuori dal controllo di leggi e principi di pluralismo, imparzialità e libertà.
Oggi scopriamo ciò che preoccupava pochi in passato: i social media non agiscono in modo imparziale e stanno ridefinendo concetti fondamentali della vita reale, come libertà, uguaglianza, diritti, e persino sentimenti quali amore, paura e rabbia.”

175 anni della Chiesa Cristiana Protestante in Milano
Roma, 16 gennaio 2025 – Si apriranno domenica 19 gennaio prossimo le celebrazioni per i 175 anni della Chiesa Cristiana Protestante in Milano.
Fondata a metà del XIX secolo, la Comunità Protestante di Milano è una delle più antiche realtà cristiane non cattoliche della città. Le sue radici risalgono al 10 ottobre 1850, quando un gruppo di credenti riformati e luterani, prevalentemente svizzeri, tedeschi e alsaziani, ottenne il permesso di eleggere il primo presidente della comunità. Il motto scelto, “Ubi spiritus, ibi libertas” (“Dove c’è lo spirito, c’è la libertà”), rifletteva l’anima della comunità, animata da uno spirito di apertura e fede. La Chiesa Cristiana Protestante in Milano (CCPM) divenne così un punto di riferimento per gli evangelici in città, affrontando con coraggio le restrizioni imposte dalle autorità austriache dell’epoca.




Credente e filantropo: Heinrich Mylius
La nascita e lo sviluppo della CCPM furono rese possibili anche grazie al sostegno di Heinrich Mylius, banchiere di origine tedesca, noto per il suo impegno culturale e sociale. Amico di Alessandro Manzoni e Johann Wolfgang Goethe, Mylius favorì la costruzione della chiesa gotico-lombarda inaugurata nel 1864. Questo luogo di culto, situato in Via Marco De Marchi, 9, è circondato da un giardino rigoglioso ed è oggi un simbolo della presenza evangelica a Milano. Nel corso degli anni, il complesso architettonico ha subito varie modifiche, mantenendo il suo fascino storico grazie all’introduzione di elementi come l’organo Tamburini e le finestre colorate.
Legami educativi
La comunità ha da sempre riconosciuto l’importanza dell’istruzione. Nel 1860, nacque la scuola internazionale per figli delle famiglie protestanti, trasferita poi nel 1865 negli spazi adiacenti alla chiesa. La rapida crescita del numero degli studenti portò alla costruzione di un edificio scolastico nel 1869. Sebbene la scuola abbia cambiato volto nel corso degli anni – diventando prima Scuola Svizzera e successivamente ispirando la nascita della Scuola Germanica – il suo contributo rimane un elemento cardine della storia educativa milanese.
Due lingue, una Comunità internazionale
Sin dalla sua fondazione, la CCPM ha attratto persone di varie nazionalità e culture. Oggi, riflette questa diversità attraverso una marcata vocazione internazionale e bilingue, alternando l’italiano e il tedesco nelle sue funzioni religiose e attività comunitarie. La comunità, composta da industriali, commercianti e impiegati di origine svizzera e tedesca, è diventata un luogo accogliente anche per molti cristiani evangelici italiani desiderosi di abbracciare la fede luterana.






Ecumenismo e dialogo interreligioso
Membro fondatore della Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI) e della Federazione delle Chiese Evangeliche Svizzere (EKS), la CCPM è impegnata nel dialogo ecumenico con altre confessioni cristiane. Collabora con comunità valdesi, metodiste e battiste, oltre a mantenere legami storici con la Chiesa Cattolica. La CCPM è inoltre attiva nel Consiglio Ecumenico delle Chiese Cristiane di Milano e nel Forum delle Religioni, confermando il suo ruolo di ponte tra le diverse fedi.
Verso il 175° Anniversario
Nel 2025, la CCPM celebrerà i suoi 175 anni con un programma ricco di eventi. Il culto inaugurale, previsto per il 19 gennaio 2025 alle ore 10,00, sarà tenuto dai pastori Klaus Fuchs (luterano) e Hanno Wille-Boysen (riformato). Il coro della comunità, la rinomata Mailänder Kantorei, accompagnerà la celebrazione con brani liturgici. Le celebrazioni culmineranno in un fine settimana giubilare dal 10 al 12 ottobre 2025, con la partecipazione di partner istituzionali come il Consolato Generale della Repubblica Federale di Germania e la Camera di Commercio Italo-Germanica.

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2025
Roma, 14 gennaio 2025 – Si svolgerà dal 18 al 25 gennaio prossimi la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (e delle cristiane) del 2025.
Nata come iniziativa ecumenica per l’unità della Chiesa, la “SPUC”, come è soprannominata, affonda le radici tra settecento e ottocento, quando diverse confessioni cristiane, seppure in forma indipendente le une dalle altre, iniziarono a pregare per l’unità.

Già alla fine del XVIII secolo, in ambito protestante, si pensò a una ricorrenza per promuovere la preghiera ecumenica. Nel corso del XIX secolo, l’idea prese forma concreta con l’Unione di preghiera per l’unità in occasione della Pentecoste, supportata sia da Papa Leone XIII sia dai vescovi anglicani. Un ulteriore passo verso l’attuale Settimana fu compiuto nel 1902, quando il Patriarca di Costantinopoli, Joachim III, incoraggiò i cristiani a pregare per l’unione dei credenti in Cristo nella sua Lettera irenica.
Dall’Ottavario alla Settimana: L’Incontro tra Jones e Wattson
Nel 1907, l’anglicano Spencer Jones propose una giornata di preghiera per il ritorno all’unità con Roma, fissata al 29 giugno. L’anno seguente, Paul Wattson, pastore episcopaliano americano, ampliò l’idea trasformandola in un ottavario. L’ottava, dal 18 al 25 gennaio, abbracciava simbolicamente il periodo che intercorre tra la confessione di Pietro e la conversione di Paolo, segnando così le attuali date della Settimana. Wattson, convertitosi al cattolicesimo nel 1909, chiamò questa pratica “Chair of Unity Octave”, sottolineando il legame con il papato.
Questo orientamento tuttavia non ne favorì la presa né una larga diffusione, alienando l’interesse di una larga parte delle confessioni cristiane non cattoliche.
Dalla riunificazione all’unità riconciliata
Negli anni Trenta, l’abate Paul-Irénée Couturier rivitalizzò l’Ottavario, spostando l’enfasi dalla conversione alla riconciliazione tra i cristiani. La sua visione mirava a un’unità voluta da Dio, in una prospettiva spirituale, promuovendo una preghiera universale che unisse diverse confessioni. Questa prospettiva favorì una più ampia partecipazione ecumenica e portò il movimento “Faith and Order” (n gruppo assembleare del Consiglio ecumenico delle Chiese fondato nel 1948) a unificare le date della Settimana nel 1941.
Una testimonianza di unità nel 2025
Nel 2025, la Settimana di preghiera celebra il 1700° anniversario del Credo di Nicea. Il tema dell’anno, tratto dal Vangelo di Giovanni (“Credi tu questo?”), invita i cristiani a riflettere insieme sulla fede e sulla testimonianza comune. L’evento centrale si terrà a Napoli il 21 gennaio, con un incontro ecumenico nazionale che anticipa il Simposio previsto per il 2026. La Chiesa Evangelica Luterana in Italia parteciperà con la rappresentanza della Pastora Kirsten Thiele, Vice decana della CELI.
La forza della preghiera nella diversità
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è oggi quindi un invito a superare le divisioni storiche tra le confessioni cristiane per una testimonianza comune dell’amore di Dio. Le radici ecumeniche e il suo spirito di riconciliazione offrono quindi uno spazio comune in cui pregare e lavorare per un mondo più unito. Non la creazione di una chiesa unica, nella consapevolezza che le differenze possono essere vissute come una ricchezza e non come un limite o una contrapposizione. Con questo spirito le Comunità luterane parteciperanno, a livello locale, alle diverse iniziative che animeranno questo periodo di preghiera e riflessione.

Siria: quale futuro per i profughi?
Roma, 9 gennaio 2025 – La situazione dei profughi siriani in Germania rappresenta un tema cruciale, soprattutto alla luce dei recenti sviluppi in Siria e delle discussioni politiche in Europa.
La Chiesa Evangelica in Germania (EKD) ha assunto un ruolo attivo nell’affrontare questa complessa problematica, sostenendo i diritti dei rifugiati e promuovendo il dialogo. Nella consapevolezza del ruolo assunto dai protestanti nel sistema di accoglienza fra il 2015 e il 2016 quando arrivarono in territorio tedesco circa 1,2 milioni di richiedenti asilo.
Una speranza fragile
La Siria resta un Paese profondamente segnato dalla guerra civile. Anche dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, il futuro del Paese rimane incerto. La vescova Petra Bosse-Huber (EKD) ha paragonato il sollievo del popolo siriano alla caduta del Muro di Berlino, sottolineando la gioia per la fine di un regime autoritario. Tuttavia, ha ribadito che la Siria è ancora lontana dalla stabilità: mancano infrastrutture, sicurezza e una società civile funzionante. Per molti rifugiati, il ritorno non è una realtà praticabile né è oggi il loro desiderio.
Christian Stäblein, vescovo luterano e rappresentante dell’EKD per le questioni dei rifugiati, ha sottolineato che la Germania deve continuare a garantire protezione ai siriani, vista la precarietà della situazione. La decisione dell’Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati (BAMF) di sospendere temporaneamente le decisioni sulle richieste di asilo è stata accolta positivamente, in attesa di una maggiore chiarezza sugli sviluppi futuri in Siria.
L’impegno della Chiesa Evangelica
La Chiesa Evangelica in Germania ha storicamente sostenuto i rifugiati siriani, mantenendo stretti legami con le comunità cristiane siro-ortodosse. Bosse-Huber ha evidenziato il valore del cristianesimo originario della regione siriana e l’importanza della presenza cristiana per mantenere viva la cultura religiosa e storica del territorio.
Inoltre, Volker Jung, presidente della Chiesa Evangelica in Assia e Nassau (EKHN), ha dichiarato che è vergognoso considerare il rientro forzato dei rifugiati in un momento così incerto. Ha richiesto un sostegno internazionale per la costruzione di strutture democratiche e la protezione di tutte le minoranze religiose ed etniche in Siria. L’idea di consentire viaggi temporanei tra Germania e Siria per sostenere i familiari e contribuire alla ricostruzione è stata avanzata come possibile soluzione per mantenere un equilibrio tra integrazione e legami con la terra d’origine.
Il dibattito politico in Germania
Al centro del dibattito politico in Germania le valutazioni sulla revoca dello status di rifugiati ai profughi siriani. La ministra degli Interni Nancy Faeser (SPD) ha delineato quattro criteri per determinare il futuro dei rifugiati. Ha proposto di garantire il diritto di rimanere a coloro che si sono integrati e lavorano, di sostenere i rimpatri volontari, di deportare i criminali e di riesaminare lo status di protezione dei rifugiati ove non più necessario.
Tuttavia, molti leader religiosi e politici hanno espresso preoccupazione per la fretta con cui si sono avviate queste discussioni. Heike Springhart, vescova regionale del Baden, ha messo in guardia contro la polarizzazione del dibattito, invitando a un approccio prudente. L’invito che giunge dalle Chiese è di attendere almeno qualche mese per comprendere l’evoluzione della situazione in Siria. Evitando il rischio di rimpatriare persone in un contesto non ancora pacificato e potenzialmente rischioso per chi è fuggito.
La protezione dei diritti umani
In occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, la Chiesa regionale bavarese e la Diakonie Bayern hanno ribadito l’importanza di trattare i rifugiati in modo umano e rispettoso. Christian Kopp, vescovo luterano, e Sabine Weingärtner, presidente della Diakonie, hanno sottolineato la necessità di preservare il diritto individuale all’asilo, ricordando l’importanza storica e morale di questa protezione.
Frank Schwabe, commissario federale per la libertà religiosa, ha dichiarato che il sostegno tedesco alla Siria deve essere vincolato al rispetto dei diritti umani e alla diversità religiosa. Ha espresso speranza per un futuro governo siriano inclusivo, ma ha anche evidenziato il bisogno di monitorare attentamente i progressi.
Conclusioni
La situazione dei rifugiati siriani in Germania rimane quindi un tema molto sensibile che, in vista delle elezioni anticipate per il Bundestag, si tema possa essere strumentalizzato a danno di chi è stato accolto e per alimentare paura e rabbia contro i migranti. La Chiesa Evangelica si è perciò impegnata a sostenere i rifugiati, sia attraverso l’accoglienza in Germania sia tramite iniziative volte a garantire una transizione pacifica e inclusiva in Siria.
Dopo la caduta di Bashar al-Assad in Siria, la Federazione luterana mondiale (LWF) ha avviato una raccolta fondi per garantire assistenza alle persone più vulnerabili.
I luterani si sono impegnati strenuamente per garantire le migliori e concrete risposte alle emergenze umanitarie della popolazione colpita dall’instabilità e dal conflitto: cibo, riparo, kit per l’inverno e servizi sanitari essenziali.
Dovendo fare i conti con le continue sospensioni della rete di aiuto a causa dei combattimenti fino alla caduta del regime di Assad.
Oltre agli aiuti immediati, la LWF, impegnata in Siria fin dal 2019, sta continuando le sue iniziative a lungo termine, come il supporto psicosociale, la formazione degli insegnanti e l’installazione di pannelli solari nelle scuole.
La transizione politica in Siria, fino ad oggi, ha portato una notevole incertezza. Ed il futuro della Siria, oltre ad essere rilevante per i profughi in Germania, sarà un banco di prova per l’Europa e i Paesi europei nella capacità di comprendere verso quale nuovo corso si orienterà il Paese.

Nicea: 1700 anni di unità e speranza per l’ecumenismo
Roma, 8 gennaio 2025 – Nel 2025, i cristiani, o almeno gran parte del mondo cristiano, celebreranno il 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea.
Un evento cardine nella storia della Chiesa. L’assemblea, convocata nel 325 dall’imperatore Costantino I il Grande, rappresentò un momento cruciale per affrontare le divisioni teologiche nell’ancora “giovane” cristianesimo e consolidare l’unità tra i credenti. Oltre 200 vescovi provenienti da tutto l’Impero Romano si riunirono nella città di Nicea, oggi Iznik in Turchia, per discutere questioni fondamentali come la natura di Cristo e la relazione con Dio Padre.
Costantino, il primo imperatore romano a tollerare ufficialmente il cristianesimo, aprì personalmente il sinodo, sottolineando l’importanza dell’incontro. La Chiesa, che fino a pochi anni prima aveva subito persecuzioni sotto Diocleziano, si trovava quindi a dialogare in un contesto di riconoscimento ufficiale. I vescovi viaggiarono verso Nicea utilizzando trasporti statali, un privilegio riservato agli alti funzionari, e vissero presumibilmente nel palazzo imperiale.
La centralità del dibattito teologico
Il dibattito principale del Concilio riguardò la natura di Gesù Cristo: creato da Dio ed è subordinato al Padre? Ed ancora: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo condividono la stessa essenza? Questa discussione generò divisioni significative ma pose le basi per il Credo niceno-costantinopolitano, completato nel 381 e ancora oggi recitato in molte Chiese cristiane.
Tuttavia, il Concilio non portò immediatamente alla pace ecclesiale. Nuovi conflitti si svilupparono a seguito delle decisioni prese. Nonostante ciò, l’incontro di Nicea rimane un pilastro per tutte le successive definizioni dottrinali nella Chiesa antica.
Datazione della Pasqua
Uno degli altri temi cruciali fu la determinazione della data della Pasqua, che sin dai primi secoli aveva generato dispute tra le comunità cristiane. A Nicea si stabilì una regola: la Pasqua sarebbe caduta la domenica successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera. Tuttavia, a partire dal XVI secolo, l’adozione di calendari differenti ha portato le Chiese orientali e occidentali a celebrare la Pasqua in date diverse.
Per il 2025, la data coinciderà nuovamente per tutte le confessioni cristiane, cadendo il 20 aprile. Questo evento rappresenta un’occasione speciale per rafforzare l’ecumenismo e incoraggiare un cammino unitario verso la sua celebrazione. L’Associazione delle Chiese Cristiane in Germania (ACK) ha invitato le comunità a vedere questa convergenza come un’opportunità per pregare e riflettere insieme.
L’eredità di Nicea
Il Primo Concilio di Nicea non solo ha segnato un momento fondamentale per l’elaborazione delle dottrine cristiane, ma ha anche mostrato l’importanza di un dialogo condiviso per affrontare questioni teologiche ed esistenziali. Permettendo alle principali correnti del cristianesimo di mantenere una certa unità, almeno per altri secoli. Nella consapevolezza di porre le basi per una testimonianza che stava già cambiando il presente e avrebbe partecipato a costruire il futuro.
Oggi, sulla scorta di questa eredità, pure nelle non marginali criticità che le Chiese si trovano oggi a vivere, non può venire meno un rinnovato impegno per partecipare al cambiamento presente ed alla costruzione del futuro.
Un anno di celebrazioni globali
In occasione dell’anniversario, il Consiglio Ecumenico delle Chiese prevede un ricco programma di attività in collaborazione con le comunità cristiane di tutto il mondo. Il culmine sarà la 6ª Conferenza Mondiale su Fede e Costituzione, che si terrà in Egitto dal 24 al 28 ottobre 2025. Questo evento offrirà un’occasione unica per riflettere sulle sfide e sulle opportunità dell’ecumenismo contemporaneo.
Il Primo Concilio Ecumenico di Nicea non fu soltanto un dibattito teologico, ma anche un esempio di come il dialogo possa generare unità e rinnovamento spirituale. Il 2025 sarà un anno per celebrare questa eredità e lavorare verso una maggiore comunione tra le Chiese.

Esaminate ogni cosa e ritenete il bene
Roma, 7 gennaio 2025 – Con queste parole, tratte dalla prima lettera ai Tessalonicesi al capitolo 5, siamo invitati e invitate ad esplorare, con curiosità, le possibilità che il nuovo anno ci offrirà. Con curiosità, ma anche con coraggio.
Il verso apre l’edizione sia l’edizione italiana che quella tedesca delle “Losungen”, Un giorno, una parola, ma anche la 58ma raccolta dei sermoni per il 2024/25 della Chiesa Evangelica Luterana Unita in Germania (VELKD).
Nessun incoraggiamento caloroso come “Tu sei un Dio che mi vede” (2023), nessun modello poetico come “Tutto ciò che fai sia fatto nell’amore” (2024).
Il verso di quest’anno, per Stephan Schaede (Capo dipartimento VELKD e vicepresidente dell’Ufficio ecclesiastico dell’EKD), sembra quasi come il motto di una società di ingegneria: “Testa tutto e conserva ciò che è buono!“.
Siamo forse di fronte a “una sorta di prova di fede”? San Paolo si sta forse proponendo come “sovrintendente religioso”?
Se lo intendesse in questo modo, spiega Schaede, la Chiesa avrebbe già perso. Un significato diverso emerge quando l’accento non è posto sul “test” ma su “tutto”. Come cristiani e cristiane siamo quindi invitati e invitate a sperimentare, sfogare la nostra creatività ed esplorare le possibilità che incontriamo e incontreremo nel cammino nel nuovo anno.
Un impulso di speranza, quindi, che ben si associa all’esortazione dell’epistola agli Efesini (cap. 5): “guardate dunque con diligenza a come vi comportate; […] recuperando il tempo perché i giorni sono malvagi“.
Esaminare tutto, conservare ciò che è buono…recuperando il tempo. Cioè approfittando del tempo che abbiamo, che ci è dato, come la promessa che le cose buone arriveranno.

Bando microprogetti: semplicità e dialogo
Roma, 2 gennaio 2025 – La CELI (Chiesa Evangelica Luterana in Italia) registra l’importante partecipazione al secondo bando microprogetti finanziato dall’otto per mille luterano.
Oltre 450 organizzazioni hanno infatti inoltrato le loro Istanze di contribuzione, tra il 18 novembre e il 18 dicembre 2024, segno di una crescente attenzione verso l’iniziativa.
Nel 2023 le richieste erano state 287, ma il numero è cresciuto del 63% nel 2024, raggiungendo 457 domande. Questo incremento evidenzia come il bando stia diventando un riferimento nel panorama dei finanziamenti rivolti al terzo settore.
Ripartizione e aree d’intervento
I progetti si distribuiscono in tre aree: 160 riguardano la cultura, 231 l’educazione e 66 il clima e l’ambiente. Questa suddivisione riflette le necessità emergenti nella società italiana, con focus su settori strategici.
Le richieste di contributo arrivano da tutta Italia, con particolare rappresentanza delle aree interne e dei piccoli centri. Il Lazio guida con 107 proposte, seguito da Lombardia (83), Piemonte (43), Emilia Romagna (35) e Veneto (32). Anche il Sud si distingue, con Campania (31), Sicilia (23) e Puglia (20) tra le regioni più attive.
Il budget disponibile, di 100.000 euro, permetterà di finanziare progetti selezionati con contributi fino a 8.000 euro. La commissione di valutazione concluderà l’esame delle proposte entro gennaio 2025, sottoponendo l’elenco dei progetti selezionati al Concistoro per l’approvazione la ripartizione.
Un’iniziativa apprezzata
Un recente questionario rivolto ai beneficiari dei fondi 2023 ha confermato il successo dell’iniziativa. Gli enti apprezzano i tempi rapidi di erogazione, l’accompagnamento del Decanato e la trasparenza del processo.


Secondo Gianluca Fiusco, coordinatore della commissione di valutazione, “Il 63% in più di domande dimostra fiducia verso i luterani e l’otto per mille”, sottolineando tuttavia, le crescenti difficoltà del terzo settore, che spesso lotta per sopravvivere o dare continuità alle iniziative esistenti.


Oltre il bando
La CELI punta a costruire relazioni con numerose organizzazioni per supportare progetti innovativi e sostenibili.
“A fronte di un budget tutto sommato contenuto – riflette Fiusco – gli Enti che si sono affidati alla CELI aumentano di oltre il 62% rispetto allo scorso anno. Segno interessante di fiducia verso i luterani e di attenzione verso le possibilità che l’otto per mille luterano può alimentare. Ma anche segno della fatica che compiono gli Enti del terzo settore per sopravvivere: per sviluppare le loro iniziative o, semplicemente, per dare continuità a quelle esistenti“.
Perciò con numerose Organizzazioni la CELI ha avviato ed ha intenzione di avviare relazioni feconde che vadano oltre le possibilità del bando, per la costruzione di un impegno che possa supportare a livello locale, grazie alla sensibile capacità delle quindici Comunità luterane, non solo i progetti che hanno trovato e troveranno negli esiti del bando una possibilità di finanziamento, ma anche altre iniziative coraggiose e lungimiranti capaci di dialogo, apertura e, appunto, condivisione.
L’otto per mille luterano non rappresenta solo un’opportunità di finanziamento, ma anche un segno tangibile di dialogo e condivisione per il bene comune.
I materiali che illustrano questo articolo sono soltanto una parte di quelli inviati. Ringraziamo tutte le Organizzazioni che hanno collaborato inviando foto, video, locandine, etc…