Tallin, 20 giugno 2023 – Si è quindi conclusa la 16ma Assemblea Generale della Conferenza delle Chiese Europee.
Plasmare il futuro – il messaggio diffuso in queste ore – deve impegnare le Chiese con immaginazione, coraggio, fiducia e non arroganza, ascolto e non solo parole, fiducia invece di ansia, capaci di speranza e non solo di ottimismo.
Sono stati oltre 300 i partecipanti di questa Assemblea. Rappresentanti di Chiese da tutta l’Europa.
La sintesi di questo appuntamento nel titolo che ne ha aperto i lavori: sotto la benedizione di Dio, dare forma al futuro.
Nel corso dell’Assemblea è stato ricordato che essere benedetti significa essere liberati: dall’ansia della sicurezza, dall’ansia del controllo. Liberati dalla prigionia delle proprie storie e del modo con cui le Chiese sono solite raccontarsi.
I diversi relatori hanno anche ricordato alle Chiese il ruolo pubblico della teologia. E di accettare la sfida, come cristiani e cristiane, di partecipare al dibattito pubblico, al confronto politico in una società sempre più secolarizzata.
Le Chiese impegnate a plasmare il futuro dell’Europa devono perciò essere capaci di immaginazione e di coraggio. Dinanzi alle sfide che incombono: dalla crisi climatica, la perdita di biodiversità, le migrazioni globali, il crescente nazionalismo populista. Ed ancora coraggio e capacità creativa dinanzi alle sfide sui diritti umani, i conflitti e la guerra, nella ricerca della pace.
In questo contesto, l’assemblea ha riconosciuto l’obbligo di ascoltare l’appello dei giovani, il cui futuro sembra sempre più tradito da coloro che un tempo erano giovani.
Riconosciamo – si legge nella dichiarazione finale – la nostra responsabilità nel contribuire alla crisi ecologica e all’ingiustizia climatica, legate indissolubilmente a economie che cercano una crescita illimitata.
Accanto a queste parole che esprimono intenzioni chiare e nette, l’impegno al fianco delle vittime della violenza della guerra in Ucraina.
Ed una grave preoccupazione: il ruolo che alcune Chiese hanno assunto nel promuovere lo “spaventoso conflitto”. Ed il rammarico per “l’impatto di questa divergenza sulla testimonianza cristiana in Europa”.
Ma anche la grave crisi nel Nagorno-Karabakh che “continua a portare ingiustizia e sofferenza alle persone che si trovano oppresse a causa della loro identità e del territorio conteso”.
Ed ancora le minacce contro la libertà di religione e di credo in alcune parti d’Europa – ad esempio con le minoranze cristiane attaccate, i siti sacri e i luoghi del patrimonio religioso distrutti, e le terre occupate.
E, naturalmente, il costo umano della migrazione globale, non da ultimo ai confini dell’Europa. Con un riferimento esplicito all’ennesima tragedia che ha portato 500 persone ad annegare al largo delle coste della Grecia.
Glossario La Conferenza delle Chiese Europee, è stata originariamente istituita per creare uno spazio in cui i cristiani europei di diversa storia, politica ed etnia potessero incontrarsi a causa e nonostante le differenze di prospettiva e di esperienza. Questa vocazione continua a valere anche oggi, soprattutto alla luce delle attuali divisioni reali e violente in Europa. Qui il messaggio finale (in inglese). Foto di copertina e nell'articolo, @Albin Hillert/CEC Assembly 2023.