Tallin, 17 giugno 2023 – Intervenendo all’Assemblea Generale della Conferenza delle Chiese Europee (KEK) a Tallinn, in Estonia, l’ex arcivescovo di Canterbury Rowan Williams a partire dalla domanda: quale benedizione porta la chiesa di Cristo?.
L’Assemblea Generale della KEK si svolge in un momento storico carico di inquietudini. Williams ha quindi voluto esplorare cosa significhi oggi essere benedetti. Benedetti o fortunati anche in relazione all’agire delle Chiese nel tempo presente.
«Coloro che non sono ansiosi di accumulare ricchezze. Che riconoscono la loro dipendenza dalla misericordia e dal dono. Coloro che sono affamati non di maggiore sicurezza per se stessi, ma di una giustizia condivisa con tutti. Che sono compassionevoli rinunciando all’aggressività, che non hanno cioè paura di essere feriti e che lavorano per la riconciliazione. Ecco, tutte queste sono persone si sono lasciate alle spalle la passione di essere possessori e controllori del loro destino. Persone che sanno che è solo in relazione a Dio, e ai loro fratelli e sorelle sotto Dio, che saranno pienamente umani».
Bisognerebbe trasformare, ha esortato Williams, la brama ossessiva di definire il mondo come qualcosa che ci appartiene, di assicurarci il controllo su tutto, in desiderio di ascolto. Della chiamata di Dio per cercare il dono di Dio nei bisogni del mondo. Trovare cioè il coraggio di abbracciare i rischi che questo guardare e ascoltare può comportare.
Nell’intervento dell’arcivescovo anglicano ampia priorità sulle pratiche e l’impegno per il futuro politico dell’Europa.
“Non dobbiamo dimostrare la nostra rettitudine per avere diritto al dono di Dio. Quindi non dobbiamo farci prendere dal panico di fronte alla perdita delle storie che ci rivendicano contro i nostri nemici”, ha osservato.
“La buona notizia – ha proseguito – è che siamo liberi di raccontare un’altra storia. Una storia che non si basa sulla necessità di essere nel giusto e di avere il controllo”.
La crisi ambientale, poi, mette in ombra ogni altra questione. Secondo Williams: ”La storia qui è quella di un conto follemente sbilanciato dei diritti e delle capacità umane che, negli ultimi tre secoli, ha costantemente ignorato qualsiasi senso di interdipendenza della vita umana e della vita dell’ordine organico nel suo complesso. La vita che conta – ha esortato Williams – è stata, esplicitamente o implicitamente, definita come vita umana – e la vita umana vissuta in una modalità specifica, quella dell’espansione del consumo”.
Secondo Williams, è questo lo scenario in cui si acuiscono i conflitti interni ed esterni agli Stati. Le tensioni, le guerre future, ha evidenziato, plausibilmente avranno come causa scatenante l’approvvigionamento delle risorse idriche.
L’amore è la risposta adeguata al mondo in cui ci troviamo, ha aggiunto Williams. La nostra testimonianza e il dono al futuro delle nostre società è la libertà di recuperare, nella narrazione abituale sui nostri stili di vita, quel che è fino ad oggi negato. Compresa la dimensione della finalità e dell’amore divino, che fonda il riconoscimento dell’indistruttibile dignità di tutto ciò che è stato creato da quell’amore, e le voci specifiche che i sistemi di potere umano non vogliono ascoltare.
Williams ha poi lanciato un allarme: ”ci sono molte forze in Europa la cui moneta è la paura. Una paura incompatibile con la fiducia nella fedeltà di Dio. E uno scetticismo sui bisogni urgenti del resto del mondo che è incompatibile con il riconoscimento della dignità universale. Un riconoscimento che è essenzialmente il modo di affermare la possibilità di ricevere il dono di Dio da una varietà di sconosciuti”.
Per Eva Guldanova, della Chiesa evangelica della Confessione di Augusta in Slovacchia, Williams ha “affrontato le sfide che le persone di fede devono incontrare nel mondo di oggi”.
“L’idea della storia, o della narrazione, sembra di importanza centrale nel discorso di Rowan Williams”, ha detto Guldanova. “La nostra storia ha un valore in sé? Qual è il rapporto tra le nostre storie e l’immagine di Dio in cui siamo stati creati?”.
Alla rappresentante della Chiesa slovacca ha fatto eco Maria Mountraki della Chiesa ortodossa di Finlandia: l’analisi di Williams sfida i pregiudizi, i preconcetti e gli atteggiamenti divisivi delle persone.
“Condividendo una storia che va oltre i confini; abbracciando gli stranieri come fonti di vita, la Chiesa può aiutare le persone a liberarsi dal dimostrare la propria rettitudine e il proprio controllo ispirandoci ad azioni concrete e cambiamenti radicali”.
Glossario Arcivescovo di Canterbury, è la massima autorità spirituale della Chiesa anglicana e della Comunione anglicana. Anglicanesimo È la confessione cristiana riformata, fondata a seguito dello scisma dalla Chiesa Cattolica romana nel XVI imposto dal re Enrico VIII. Ne fanno parte Chiese che sono storicamente legate ad essa ed altre con teologie, pratiche di culto e strutture affini, sebbene non identiche. La parola anglicano pare abbia avuto origine da ecclesia anglicana, una frase latina risalente al 1246 che significa "chiesa inglese". Gli aderenti all'anglicanesimo sono chiamati anglicani. La maggioranza di loro fa parte delle chiese aderenti alla Comunione Anglicana internazionale. La dottrina della Chiesa anglicana è sostanzialmente una commistione teologica tra elementi luterani e calvinisti, protestanti, e in parte legati alla tradizione cattolica. Fonti e approfondimento Comunicato stampa, qui (in inglese). Sito ufficiale della Chiesa Anglicana (in inglese), qui. Foto di copertina e nell'articolo, @Albin Hillert/CEC Assembly 2023. Il testo completo dell'intervento di Rowan Williams, qui (in inglese) e qui (in italiano).