Roma, 28 ottobre 2022 – È nel fare che i cristiani dovrebbero abbattere ogni distanza e differenza. Un richiamo, se si vuole, alla parabola del lebbroso del Vangelo di Marco (1, 40-45).
Gesù, in questa occasione, abbatte le distanze, costruisce una relazione col prossimo, ed il suo aiuto genera sollievo, guarigione.
Molti sono i mali che affliggono le nostre società: mali che hanno nomi terribili di malattie, pandemie; ma anche nomi che abbiamo imparato a conoscere e perfino accettare nel nostro quotidiano.
Discriminazione, straniero, violenza contro le donne e gli ultimi, e molto altro.
Il nostro Paese, l’Italia, è attraversato da grandi inquietudini e anche meta di immigrazioni diverse da quelle che transitano nel Mediterraneo arrivando dal nord Africa. E, non per questo, meno difficili, complesse, frustranti e dolorose.
I dati ISTAT aggiornati al 2019 ci dicono che, in Liguria, risiedono circa 146.3281 cittadini stranieri pari al 9,43% della popolazione complessiva (1.550.640 persone). La Liguria è una piccola regione (2,6% della popolazione nazionale) con una presenza di popolazione straniera proporzionale (2,7%) alla propria dimensione. Nella città di Genova vive il 39,7% di tutti gli stranieri residenti in Regione; nelle altre nove città comprese tra i 20.000 e i 90.000 abitanti vive l’ulteriore 30,2%. Pertanto quasi il 70% della popolazione straniera è concentrata in 10 città; tutte città di costa o comunque con un affaccio sul mare.
Tra le principali nazionalità immigrate in Liguria, la presenza latinoamericana si colloca, insieme ad Albania, Romania e Marocco, tra quelle predominanti nella composizione della popolazione.
Mentre a Genova la presenza di cittadini di provenienza latinoamericana rimane preponderante (oltre l’85 % degli ecuadoriani presenti in Liguria).
Cittadini immigrati che, spesso, sono nelle condizioni di poter richiedere la cittadinanza italiana (perché legati al ritorno dell’emigrazione italiana in America Latina) o che, pur partecipando alla ricchezza economica dei territori, vivono in condizioni di abuso, marginalità, discriminazione.
La Comunità Luterana di Genova, nell’azione del proprio presidente, Paolo Musso, ha perciò inteso farsi partner del progetto di Diaconia Ecumenica insieme ad una rete di diverse confessioni e associazioni religiose: la Cura Pastorale Cattolica Latinoamericana, la Chiesa Evangelica della Riconciliazione, la Church of the Holy Ghost (Chiesa Anglicana), la Chiesa Ortodossa di Romania, la Iglesia Evangélica Hispanoamericana e la Chiesa Evangelica Battista.
Una pluralità di denominazioni cristiane impegnate nel fare: nel dare assistenza legale agli immigrati o ai nuovi cittadini, le nuove cittadine, aiutandoli a districarsi nel mare immenso della burocrazia e delle norme italiane spesso ulteriore barriera ad una migliore e più efficace integrazione sociale.
“Le attività dello sportello di consulenza legale, curato da professionisti e avvocati direttamente e gratuitamente coinvolti dalle diverse confessioni religiose – come ci spiega Paolo Musso – è stato avviato nelle scorse settimane e sarà attivo almeno fino all’estate del 2023“.
Un impegno che è anche, e soprattutto, la testimonianza del Cristo che, come dicevamo all’inizio, abbatte le distanze, costruisce una relazione col prossimo ed il cui aiuto genera sollievo, guarigione.