Roma, 15 novembre 2022 – Al via oggi a Bali (Nusa Dua, Indonesia) i lavori della diciassettesima riunione del “gruppo dei venti”. La presidenza indonesiana, iniziata il 1 dicembre 2021, ospiterà in patria il vertice del quarto trimestre dell’anno.
Il forum intergovernativo, il G20, comprende 19 Paesi più l’Unione Europea ed ha come compito affrontare le principali sfide dell’economia globale: stabilità finanziaria internazionale, contenimento dei cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile.
La Federazione Luterana Mondiale, insieme ad altri leader cristiani, ha lanciato un appello ai partecipanti al G20 affinché orientino i sistemi finanziari verso modelli più “equi e partecipativi che possano affrontare le nostre attuali crisi sociali, economiche e ambientali”.
Si legge nell’appello la necessità di adottare “misure pratiche per trasformare gli attuali sistemi economici ‘dannosi e insostenibili’ […] in un’economia di vita a beneficio del pianeta Terra e di tutta l’umanità“.
Oltre alla firma della LWF, l’appello è supportato dal Consiglio Mondiale delle Chiese, dalla Comunione Mondiale delle Chiese Riformate, dal Consiglio Metodista Mondiale e dal Consiglio per la Missione Mondiale, che insieme rappresentano più di mezzo miliardo di cristiani in tutto il mondo. Queste Organizzazioni fanno anche parte di una rete ecumenica che si batte per una nuova architettura finanziaria ed economica internazionale (NIFEA).
L’allarme lanciato dai leader religiosi riguarda “tre crisi interconnesse che stanno attualmente affliggendo l’umanità”.
Nel dettaglio il documento evidenzia la crisi di “disparità economica legata a disparità razziali, etniche, religiose, di genere e di altro tipo; una crisi climatica che ‘richiede trasformazione urgente, profonda e concertata in tutti i settori’ per uno sviluppo sostenibile, e una ‘crisi del debito’ che colpisce i Paesi e le comunità più vulnerabili”.
A ciò si aggiunge “un’allarmante crisi alimentare, aggravata dall’invasione russa dell’Ucraina“, che ha raddoppiato il numero di persone che soffrono di grave insicurezza alimentare: da 135 milioni a 276 milioni.
Un modello di crescita prevalente ingiusto e insostenibile – insistono i firmatari dell’appello – “costruito sulle eredità del colonialismo e della schiavitù”.
La denuncia della FLM e degli altri partner punta però anche alla proposta di “una serie di misure che possono promuovere un sistema economico più equo e partecipativo, rispettando il pianeta e alimentando la salute e la resilienza delle nostre comunità e degli ecosistemi”.
Ed ancora: “la richiesta di regole per frenare la speculazione finanziaria su cibo, energia e altri beni vitali; adeguate protezioni sociali per i più vulnerabili; investimenti nell’agricoltura comunitaria e nelle energie rinnovabili; la cancellazione o almeno una moratoria dei pagamenti del debito per i Paesi a basso e medio reddito, oltre ad un sistema fiscale più equo”.
La lettera, indirizzata al presidente del G20 e presidente dell’Indonesia, Joko Widodo, è stata inviata anche al Segretario generale delle Nazioni Unite, al presidente della Banca mondiale e al direttore generale del Fondo monetario internazionale.