Roma, 5 settembre 2023 – Aprirà le porte ufficialmente e fisicamente l’8 settembre prossimo alle 15,00 a Genova il Centro di Accoglienza Bethel.
L’iniziativa di cui, insieme alle Chiese Battiste, Valdesi e Libere, la Comunità Luterana di Genova è capofila, ha ricevuto il supporto delle altre Comunità Luterane in Italia attraverso una attività di “Matching Grant”.
Da anni le Chiese Evangeliche genovesi, e la Comunità Luterana in particolare, operano nella presa in carico dei detenuti e delle detenute. Un impegno che si traduce nell’accompagnamento in percorsi di reinserimento nella società e nel mondo del lavoro.
Un lavoro diaconale, quindi, che svolge in rete e che intende il reinserimento come parte della cura del prossimo che soffre.
Negli anni, perseguendo l’obiettivo della completa riabilitazione e reinserimento sociale degli ex detenuti, ci si è resi conto della crescente difficoltà a reperire soluzioni abitative temporanee per i permessi premio. Il primo passo verso il processo di risocializzazione e reinserimento sociale.
Allo stesso modo i detenuti con un contratto di lavoro o di pensione hanno difficoltà ad usufruire di misure alternativa alla detenzione mancando un alloggio dove poter essere accolti ed ospitati.
Un problema che risulta tanto più evidente tra i detenuti stranieri: il periodo di detenzione, infatti, provocando la perdita di ogni domicilio pregresso rende necessaria la ricerca di alloggio in affitto. Ricerca che richiede un periodo di transizione che rischia di risultare problematico durante la detenzione carceraria.
L’acquisizione di un appartamento in conduzione, consentirà quindi di esercitare l’accoglienza come soluzione temporanea abitativa, il Centro Bethel appunto.
L’abitazione, inoltre, prevede un uso contemporaneo plurale, monitorato dai volontari dell’Associazione “Amici di Zaccheo”, per garantire il rispetto delle regole ed un adeguato turn-over.
Le persone che potranno usufruire dei locali a disposizione verranno seguite con colloqui regolari di accompagnamento, in vista di una loro completa riabilitazione e reinserimento nella società.
Il progetto di inserimento della persona seguirà le procedure concordate con educatori ed assistenti sociali dell’UDEPE (Ufficio esecuzione penale esterna di concerto con la Magistratura di Sorveglianza), e con i Servizi Sociali del Comune.