Roma, 30 settembre 2022 – La ratifica dell’annessione dei territori di Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk, Lugansk da parte della Federazione Russa rappresenta un grave atto unilaterale di escalation che porta il conflitto in corso in Ucraina sempre più dentro i confini dell’Unione Europea.
Le sofferenze dei popoli in guerra, degli ultimi, sembrano così distanti dall’essere quantomeno alleviati. Come Luterani italiani esprimiamo preoccupazione per la prospettiva di recrudescenza di questo conflitto che dura già da troppo tempo e che non sembra aver risentito, finora, degli effetti delle risoluzioni intraprese anche dall’Unione Europea contro la Federazione Russa.
Un conflitto che, inoltre, sta avendo conseguenze gravi per gli ultimi, non solo in Ucraina e nella Federazione Russa stessa, ad esempio con un sempre maggiore restringimento dei diritti e libertà individuali, oltre alla chiamata alle armi dei cd. riservisti, quanto in Europa e in Italia in particolare: con l’aumento dei costi energetici, dei beni di prima necessità, che stanno contribuendo ad indebolire le già fragili risorse di una crescente parte della popolazione.
Questa guerra, come tutte le guerre, non sta comportando solo spargimento di sangue innocente in Ucraina, ma sta consolidando le premesse per l’indebolimento del tessuto sociale e democratico nei nostri Paesi, pesando di più su chi ha poco, sempre meno o nulla.
È necessario dunque che chiunque si adoperi per segnare una via di pace in mezzo al furioso e folle cammino della violenza.
Seguendo l’esempio di Cristo dovremmo, insieme e come cristiani, porre noi stessi, le nostre Chiese in mezzo al conflitto. Perseguendo il dialogo, costruendolo, facilitandolo.
La Chiesa Luterana oltre ad invocare, insieme alle Chiese di buona volontà, un corridoio di pace e dialogo tra fratelli e sorelle con i fratelli e le sorelle Ortodossi, chiede che il Governo italiano si possa adoperare per un rinnovato impegno di pace nelle sedi dove ancora uno spiraglio di dialogo con la Russia è attivo affinché gli ultimi tornino al centro della necessaria e urgente azione diplomatica.
Agli ultimi, cui secondo il salmista è promessa abbondanza di pace (Salmo 37), noi evangelici luterani siamo vicini soffrendo con loro, morendo con loro, infine e nonostante tutto sperando con loro.
L’Ufficio Stampa