Roma, 23 marzo 2023 – “La guerra in Ucraina testimonia che le comunità ecclesiali sono divise. Significa anche una sconfitta per l’ecumenismo, perché ci ha separato da una parte dei cristiani ortodossi”. Queste le parole di Elisabeth Parmentier, professoressa di Teologia pratica e decana della Facoltà Teologica dell’Università di Ginevra. Parole pronunciate durante la 71a Conferenza teologica internazionale sul Lago di Costanza.
Lo scorso 17 marzo, a Romanshorn in Svizzera, sono stati i conflitti attuali, in particolare la guerra in Ucraina, al centro dell’importante iniziativa internazionale organizzata dal Centro per la spiritualità, l’educazione e la costruzione di comunità della Chiesa protestante del Cantone di Thurgau, Tecum.
A partire dal titolo preso in prestito da un celebre verso del profeta Isaia (2, 4): da spade a vomeri o da vomeri a spade?
“Siamo concordi – ha esordito Elisabeth Parmentier – sul fatto che vogliamo la pace. Ma ci troviamo di fronte al dilemma su come agire per essa”. Per Parmentier è necessario tornare ad una “fede fiduciosa e un’umanità responsabile, una comunità unificante”. Un senso comune di umanità attraverso l’impegno nelle “affiliazioni religiose e non”.
La divisione introdotta dalle guerre e, in particolar modo denunciata dal recente conflitto in Ucraina deve, secondo Parmentier, portarci ad affrontare la domanda: “l’impegno ecumenico è fallito?”.
Parmentier ha inoltre criticato la strumentalizzazione della religione per le cosiddette linee di demarcazione etiche. Ad esempio, con la stigmatizzazione operata dal patriarca ortodosso russo Kirill I sul “declino etico dell’Occidente, il liberalismo e la perdita di valori“.
Questo scontro non può tuttavia risultare definitivo. Solo i “partenariati locali sul campo tra gruppi etnici e religiosi” possono portare ad una nuova stagione di “riconciliazione anche tra le Chiese attraverso un modo liberatorio di affrontare il passato“, ha sottolineato Parmentier.
Un approccio che significa anche “liberazione dalla paura e dall’ego” permettendo alle Chiese di “dedicarsi agli altri”.
In questa prospettiva, l’esperienza delle Chiese, nel lavoro di riconciliazione rappresenta la possibilità di un contributo costruttivo alla pace. Dopo tutto, è proprio compito delle chiese superare il passato segnato da conflitti. Per attirare “l’attenzione sui più deboli” per agire “vicariamente” per loro.
Tutto ciò è possibile, ha concluso Parmentier, attraverso l’esperienza ecumenica e interreligiosa; nonché attraverso la “condivisione della storia” delle persone di altre denominazioni, religioni e visioni del mondo.
Nel dibattito è intervenuta Rahel Hürzeler, esperta di trasformazione dei conflitti dell’HEKS (Organizzazione svizzera interconfessionale di aiuto). Il lavoro di pace deve iniziare prima che scoppi il conflitto, ha detto. Costruire preventivamente le relazioni e creare fiducia.
“Il lavoro per la pace è un processo lungo, ha ribadito Hürzeler, ed è per questo che il dialogo è importante, prima che sorgano conflitti o addirittura guerre”. La particolarità delle diverse attività dell’HEKS è che “lavoriamo sulla base dei valori cristiani e dei diritti umani“. L’HEKS si occupa di promuovere le relazioni tra le religioni, le chiese e la società in molte zone di crisi e di guerra in tutto il mondo.
Ecco perché, nel conflitto in Ucraina, l’HEKS è potuta intervenire “molto rapidamente”, ed essere una delle prime ONG sul posto. Tuttavia, ha sottolineato Hürzeler, non si è trattato solo di fornire aiuti umanitari, ma di costruire relazioni sociali. Solo dopo, ha sottolineato, “si può iniziare a dialogare per la riconciliazione“. Per un lavoro di pace a lungo termine, ha detto, è importante rafforzare la società civile.
Hürzeler ha sottolineato con forza ciò che è assolutamente necessario per la costruzione di una pace nonviolenta: prevenzione, relazione, dialogo. In tutto questo, è stato evidenziato il particolare ruolo che la cooperazione ecclesiale può e deve avere. Ecco perché “come agenzia di aiuto della Chiesa protestante riformata, lavoriamo sulla base dei valori cristiani fondamentali e dei diritti umani“.
Valori come il rispetto e l’amore per il prossimo sono allo stesso tempo una rivendicazione e una legittimazione e sono molto apprezzati dalla popolazione e dai partner in situazioni di crisi, ha concluso Hürzeler.
La Conferenza Teologica Internazionale del Lago di Costanza è stata quindi occasione di incontro e aggiornamento per pastori, educatori religiosi, personale a tempo pieno, a tempo parziale e volontario di chiese e congregazioni. L’evento, in presenza ma anche online, ha raccolto partecipanti dalla Svizzera, Germania e Austria.