Roma, 20 novembre 2024 – Sono circa 1 miliardo i bambini che vivono in condizioni di povertà multidimensionale.
A ricordarlo, nella giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza, è l’Unicef. Nel rapporto «La condizione dell’infanzia nel mondo 2024: il Futuro dell’infanzia», pubblicato in queste ore, l’Unicef dichiara che “il futuro dell’infanzia è in bilico”.
Tre sono le megatendenze globali che stanno già compromettendo i diritti dei bambini e delle bambine. Tendenze che avranno un impatto sulla loro vita entro il 2050 e oltre.
Cambiamenti demografici, crisi climatiche e ambientali, fino alle nuove tecnologie, forniscono indicazioni chiave sulle sfide e le opportunità che i bambini potrebbero affrontare in futuro.
Per Catherine Russel, direttrice generale dell’Unicef, “i bambini stanno vivendo una miriade di crisi, dagli shock climatici ai pericoli online, che sono destinate a intensificarsi negli anni a venire“.
Il rapporto segnala che le decisioni dei leader mondiali, quelle prese e quelle disattese, definiscono già ora il modello di società e di mondo che i bambini e le bambine erediteranno.
Non si tratta solo di sfide aperte e cruciali che rischiano di consegnare loro un futuro problematico e pericoloso. Si tratta ancora di comprendere quanto oggi le conquiste realizzate siano a rischio e, in alcuni casi, compromesse.
L’Unicef ricorda che oltre 300 milioni di bambini vivono in famiglie estremamente povere, sopravvivendo con meno di 2,15 dollari al giorno per persona. Circa 400 milioni di bambini sotto i 5 anni subiscono regolarmente violenze o punizioni corporali, mentre più di un miliardo vive in Paesi a rischio elevato di impatti climatici. Ogni quattro minuti, un bambino viene ucciso da atti di violenza, e 400 milioni vivono o fuggono da zone di conflitto.
In Italia si calcola siano 200 mila i bambini e le bambine a vivere una concreta condizione di povertà alimentare.
Save the Children, nella XV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia afferma che la povertà nel nostro Paese continua a colpire i minori.
Il 13,4% di loro, di età compresa tra 0 e 3 anni, vive in condizioni di povertà assoluta. Mentre l’8,5%, di età compresa tra 0 e 5 anni (circa 200mila), appunto, in povertà alimentare. Ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni.
A questi dati si associa il record negativo di nascite: meno di 380mila bambini. Ed un bambino su dieci (9,7%), tra 0 e 5 anni, ha affrontato anche una condizione di povertà energetica: ovvero ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata durante i mesi invernali.
Come luterani ci sentiamo chiamati in causa. Interrogati dalle parole di Gesù sui minimi, in una società che sembra travolta sempre da altre grandi questioni o da priorità sempre nuove da dimenticare cosa accade nelle nostre città.
E, come luterani, riteniamo importante ribadire l’esercizio della testimonianza che cura. La testimonianza che, come Comunità di persone, possiamo agire nei nostri contesti, nei territori, per rendere concreta la nostra fede.
Per quel poco che per chi non ha nulla è molto, dando voce a chi non ne ha più, richiamando le Istituzioni ad un impegno comune che ha valore nel presente ma guarda al futuro delle nostre società.