Roma, 23 ottobre 2023 – Per il tredicesimo anno consecutivo la libertà globale di internet è diminuita. Non si tratta di una novità improvvisa.
Secondo l’ultimo rapporto della Freedom House la repressione digitale nel mondo si è intensificata. In Iran si è registrato il peggior calo di quest’anno. Le autorità hanno infatti interrotto il servizio internet, bloccato WhatsApp e Instagram e aumentato la sorveglianza nel tentativo di sedare le proteste antigovernative.
Mentre il Myanmar compete con la Cina per il titolo di “peggior ambiente al mondo per la libertà di Internet”. Le condizioni sono peggiorate ancora nelle Filippine. Infatti il presidente uscente Rodrigo Duterte ha utilizzato una legge antiterrorismo per bloccare le notizie critiche nei confronti della sua amministrazione. Ed ancora la campagna elettorale del nuovo presidente del Costa Rica si è caratterizzata per molestie online dei maggiori organi di informazione del Paese.
In ben 55 dei 70 Paesi presi in considerazione, le persone hanno subito conseguenze per aver espresso le loro opinioni online.
Freedom on the Net, report Freedom House
Mentre in 41 Paesi sono state aggredite o uccise per i loro commenti online. I casi più eclatanti si sono appunto verificati in Myanmar e in Iran. In Bielorussia e Nicaragua, le tutele per la libertà di Internet sono crollate, le persone hanno ricevuto pene draconiane per aver espresso opinioni online.
L’Associazione Mondiale per la Comunicazione Cristiana (World Association for Christian Communication – WACC), è impegnata nel monitoraggio e sviluppo dei livelli di libertà nei media con particolare riferimento ai temi religiosi.
Nel Comitato Esecutivo Europeo WACC, siede Gianluca Fiusco, responsabile della comunicazione della CELI.
“Lo sviluppo, sempre più performante, dell’intelligenza artificiale – spiega Fiusco – deve essere posto in relazione con le recenti conclusioni del rapporto Freedom on the Net“.
“E se, da un lato, è preoccupante questa continua diminuzione della libertà su internet – chiarisce – si aprono comunque degli spazi interessanti: ad esempio sul versante dello sviluppo dei modelli normativi“.
In particolare in Europa, dove l’attenzione alle libertà digitali vanno sempre più stringendosi all’esigenza di garantire questi spazi come aperti e sicuri per tutti e tutte.
Il riferimento, chiaro, è ai regolamenti generali sulla protezione dei dati dell’UE: una base fondamentale per il progetto di legge sull’intelligenza artificiale, che “adatterebbe gli obblighi in base al livello di rischio associato a particolari tecnologie”.
Analogamente negli Stati Uniti è in in corso l’iniziativa “The Blueprint for and AI Bill of Rights” (La Carta dei diritti dell’intelligenza artificiale), incentrata sui principi di progettazione, utilizzo e implementazione dell’IA, al momento solo su base volontaria da parte delle aziende hi-tech.
Tuttavia le norme non sono sufficienti ad arginare il problema ed è necessario che gli agenti sociali, le Chiese si rendano sempre più attente a quel che succede in “rete”.
Nel rapporto della FH è inoltre evidenziato quanto decisioni aziendali prese in questi mesi vanifichino le norme o non ne tengano conto. Se si guarda in particolare a quel che succede, ad esempio, su X (ex Twitter), ci si rende conto quanto sia oggi urgente la necessità di un controllo responsabile.
“La svolta che Musk ha impresso a X (Twitter) – spiega Fiusco – ha avuto ricadute concrete sulla qualità della comunicazione, in particolare su temi sensibili legati alla pace, al linguaggio usato ed al cd. fact checking“.
“Dobbiamo renderci conto, e dobbiamo farlo con una certa sollecitudine – ha proseguito – che le continue innovazioni tecnologiche e le politiche aziendali stanno rimodellando un mondo, quello di Internet, già seriamente minacciato. Nel quale accesso e libertà non sono equamente garantiti per tutti e tutte“.
Per WACC “la regolamentazione dovrebbe basarsi sui diritti umani, sulla trasparenza e sul controllo indipendente”.
Difendere “l’integrità dell’informazione” richiede una soluzione a lungo termine che dia priorità ai media indipendenti e alle comunità istruite.
“È in gioco come non mai il significato ed il modello di democrazia come l’abbiamo finora conosciuto” – afferma Fiusco
Perciò è necessario “ribaltare il paradigma con cui spesso le Chiese guardano al digitale, abusandone o diffidandone, perché le buone pratiche, la condivisione dei contenuti, e lo sviluppo originale e innovativo della comunicazione divengano motivo di impegno e confronto sempre più esteso“.
Glossario e approfondimenti - Freedom House, si tratta di una tra le maggiori ONG, con sede a Washington, D.C., impegnata nell'attività di ricerca e sensibilizzazione su democrazia, libertà politiche e diritti umani. - Articolo WACC di approfondimento, qui (in inglese). - Report Freedom House (FH), report completo qui (in inglese).