Roma, 19 giugno 2024 – A maggio la Commissione teologica congiunta internazionale luterano-ortodossa hanno concordato su una comune riformulazione del Credo di Nicea, del VI secolo, convenendo l’uso dell’originale testo greco nelle Chiese.
Si tratta, a prima vista, di un passaggio tecnico, rivolto agli specialisti. L’incontro avvenuto in Egitto, al Cairo, tra la Federazione luterana mondiale (LWF) e la Chiesa ortodossa, tuttavia può essere considerato una piccola rivoluzione nei rapporti tra Chiese occidentali e orientali.
L’accordo è stato raggiunto grazie ad un intenso dialogo tra le parti che, alla fine, avrà effetti pragmatici sul piano del cd. “consenso differenziato”.
Un dialogo, quindi, che ha portato ad un “un riavvicinamento fondamentale sul concetto di relazione tra il Figlio e lo Spirito”.
Un riavvicinamento che può concretamente contribuire “a sanare le antiche divisioni tra le nostre comunità e ci permetta di confessare insieme la fede dei Concili ecumenici di Nicea e Costantinopoli”.
Una trinità rinnovata?
Le divisioni si sono concentrate sull’aggiunta da parte della Chiesa occidentale della parola latina ‘filioque‘ al testo originale del Credo che descrive l’origine dello Spirito Santo (ex Patre Filioque procedit, ovvero che procede dal Padre e dal Figlio).
Per la Chiesa ortodossa questa aggiunta rappresentava una distorsione della dottrina della Trinità. Nonostante i tentativi di riconciliazione, le Chiese orientale e occidentale giunsero allo scisma, nel 1054. Scisma che rimane in vigore fino ai giorni nostri.
All’incontro del Cairo i partecipanti hanno notato che le Chiese della Riforma hanno ereditato il Credo dalla tradizione occidentale senza considerarlo problematico. Oggi, tuttavia, a 1.700 anni dal Concilio di Nicea, luterani e ortodossi hannoa convenuto che è tempo di riconsiderare cosa implica l’aggiunta di quelle parole e come si può aprire un percorso verso la riconciliazione.
La dichiarazione congiunta propone una rinnovata attenzione alla formulazione originale del Credo. Per “incoraggiare una rinnovata riflessione teologica sulla Trinità e sul ruolo dello Spirito Santo“.
Per il prof. Dr. Dirk G. Lange, segretario generale aggiunto per le relazioni ecumeniche della Federazione, la dichiarazione rappresenta “un grande passo avanti l’uno verso l’altro”.
“La FLM – ha sottolineato Lange – sta applicando le deliberazioni dell’Assemblea luterana di Curitiba del 1990, secondo il quale il ‘filioque’ può essere tralasciato nei contesti ecumenici”.
Oggi, la Federazione luterana mondiale, vuole quindi incoraggiare le Chiese luterane a considerare un uso più ampio della forma originale del Credo niceno-costantinopolitano per uno sguardo più approfondito sulla riflessione trinitaria.
D’altra parte, anche per gli ortodossi si tratta di un grande passo. Il riconoscimento dell’uso del “filioque”, attestato nella teologia patristica, non dovrebbe più essere una questione di divisione della chiesa.
La Federazione ha valutato quanto importante sia il recupero della versione originale di questo Credo, proponendo un atteggiamento dialogale verso un dissenso qualificato e un consenso differenziato.
Un incentivo ecumenico
L’impegno luterano nel dialogo con la Chiesa ortodossa non elimina i punti di differenza, ancora aperti, né supera le questioni in cui il dissenso è qualificato. Ma rappresenta un risultato importante sul piano ecumenico ed apre la strada ad altre Chiese occidentali verso la riconciliazione.
Resta la questione chiave su come ‘radicare dal basso’ questo storico accordo sia all’interno delle Chiese luterane che ortodosse.
Cioè è necessario che questi passaggi si traduca in accoglienza reciproca a livello locale. Per evitare che rimangano solo sulla carta ma servano ad avvicinare le persone, soprattutto in vista delle celebrazioni per i 1.700 anni del primo Concilio ecumenico di Nicea nel 2025.
Il Consiglio della FLM, riunitosi a Ginevra dal 13 al 18 giugno, ha accolto con favore la dichiarazione e ha raccomandato all’Ufficio per la Comunione di produrre materiale didattico utile per le Comunità luterane nel mondo.
All’incontro del Cairo, i membri della Commissione hanno anche diffuso un secondo comunicato congiunto sullo Spirito Santo, la Chiesa e il mondo, offrendo riflessioni teologiche sulla terza persona della Trinità nella Creazione, nella liturgia e nell’azione delle Chiese nel mondo contemporaneo società.
Glossario e approfondimenti
Filioque, ovvero la disputa sorta tra Chiesa d’Oriente e Chiesa d’Occidente a seguito dell’inserimento del termine Filioque, per l’appunto, nella versione latina del terzo articolo di fede del Credo Costantinopolitano del 381, con il quale si intende confessare così che lo Spirito procede dal Padre «e dal Figlio».
Il Filioque, sulla base di una tradizione teologica attestata da numerosi Padri della Chiesa d’Occidente, tra i quali Ilario, Ambrogio, Agostino e Leone Magno, che affermavano che lo Spirito Santo procede (procedit) eternamente dal Padre e dal Figlio, fu inserito in diversi simboli di fede fin dal V secolo e, successivamente, anche nel Simbolo niceno-costantinopolitano, certamente sin dalla fine dell’VIII secolo, come attestano gli atti dei concili d’Aquileia nel 796 e di Aquisgrana dell’809; mentre, l’inserimento nella versione liturgica latina del Credo risale soltanto al 1014.
Dissenso qualificato e Consenso differenziato, è lo scopo del processo dialogico intrapreso: un processo di chiarificazione, che consente cioè alle parti di comprendere in profondità la visione altrui e di rielaborarla secondo categorie proprie. In questo modo, le differenze emergono in maniera non più assoluta aprendo ad una nuova comprensione reciproca. Non si tratta ancora di consenso in senso assoluto e pieno, ma di una nuova comprensione per capire veramente ciò che l'altro sta dicendo. Ipotesi e pregiudizi vengono nominati, scartati o ribaditi, le lacune conoscitive vengono colmate, i malintesi espliciti e impliciti chiariti, le lacune nei fatti presentate vengono identificate e le conclusioni riesaminate. L'essenza di questi sforzi è che ciascuno comprende il punto di vista contrastante a tal punto, da poter riprodurre correttamente e completamente il dissenso in esso contenuto con parole proprie. In questo modo, le questioni su cui non è stato possibile raggiungere un consenso non vengono nascoste. Differenze persistenti e particolarmente significative non verranno né cancellate né semplicemente conservate e considerate irrealizzabili nel senso di immutabili, ma dovrebbero essere considerate come materiale su cui lavorare.
Conclusa questa fase, inizia la ricerca delle parti consensuali dell'argomento. Le differenze precedentemente sospette possono essersi spianate, altre possono essere rimaste, ma possono anche apparirne di nuove. Queste differenze sono da identificare e registrare. Le convergenze sfociano nel nucleo centrale del consenso differenziato, che sarà inequivocabile e coerente, e si riferirà esplicitamente a testi autorevoli della Chiesa luterana e di quella Ortodossa o per lo meno è compatibile con essi.
Fonte, articolo della LWF qui (in inglese).
Nella foto di copertina: Membri della Commissione teologica congiunta internazionale luterano-ortodossa presso il monastero patriarcale di San Giorgio nella città vecchia del Cairo, in Egitto. © LWF/ George Adib