Roma, 8 gennaio 2025 – Nel 2025, i cristiani, o almeno gran parte del mondo cristiano, celebreranno il 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea. Un evento cardine nella storia della Chiesa. L’assemblea, convocata nel 325 dall’imperatore Costantino I il Grande, rappresentò un momento cruciale per affrontare le divisioni teologiche nell’ancora “giovane” cristianesimo e consolidare l’unità tra i credenti. Oltre 200 vescovi provenienti da tutto l’Impero Romano si riunirono nella città di Nicea, oggi Iznik in Turchia, per discutere questioni fondamentali come la natura di Cristo e la relazione con Dio Padre.
Costantino, il primo imperatore romano a tollerare ufficialmente il cristianesimo, aprì personalmente il sinodo, sottolineando l’importanza dell’incontro. La Chiesa, che fino a pochi anni prima aveva subito persecuzioni sotto Diocleziano, si trovava quindi a dialogare in un contesto di riconoscimento ufficiale. I vescovi viaggiarono verso Nicea utilizzando trasporti statali, un privilegio riservato agli alti funzionari, e vissero presumibilmente nel palazzo imperiale.
La centralità del dibattito teologico
Il dibattito principale del Concilio riguardò la natura di Gesù Cristo: creato da Dio ed è subordinato al Padre? Ed ancora: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo condividono la stessa essenza? Questa discussione generò divisioni significative ma pose le basi per il Credo niceno-costantinopolitano, completato nel 381 e ancora oggi recitato in molte Chiese cristiane.
Tuttavia, il Concilio non portò immediatamente alla pace ecclesiale. Nuovi conflitti si svilupparono a seguito delle decisioni prese. Nonostante ciò, l’incontro di Nicea rimane un pilastro per tutte le successive definizioni dottrinali nella Chiesa antica.
Datazione della Pasqua
Uno degli altri temi cruciali fu la determinazione della data della Pasqua, che sin dai primi secoli aveva generato dispute tra le comunità cristiane. A Nicea si stabilì una regola: la Pasqua sarebbe caduta la domenica successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera. Tuttavia, a partire dal XVI secolo, l’adozione di calendari differenti ha portato le Chiese orientali e occidentali a celebrare la Pasqua in date diverse.
Per il 2025, la data coinciderà nuovamente per tutte le confessioni cristiane, cadendo il 20 aprile. Questo evento rappresenta un’occasione speciale per rafforzare l’ecumenismo e incoraggiare un cammino unitario verso la sua celebrazione. L’Associazione delle Chiese Cristiane in Germania (ACK) ha invitato le comunità a vedere questa convergenza come un’opportunità per pregare e riflettere insieme.
L’eredità di Nicea
Il Primo Concilio di Nicea non solo ha segnato un momento fondamentale per l’elaborazione delle dottrine cristiane, ma ha anche mostrato l’importanza di un dialogo condiviso per affrontare questioni teologiche ed esistenziali. Permettendo alle principali correnti del cristianesimo di mantenere una certa unità, almeno per altri secoli. Nella consapevolezza di porre le basi per una testimonianza che stava già cambiando il presente e avrebbe partecipato a costruire il futuro.
Oggi, sulla scorta di questa eredità, pure nelle non marginali criticità che le Chiese si trovano oggi a vivere, non può venire meno un rinnovato impegno per partecipare al cambiamento presente ed alla costruzione del futuro.
Un anno di celebrazioni globali
In occasione dell’anniversario, il Consiglio Ecumenico delle Chiese prevede un ricco programma di attività in collaborazione con le comunità cristiane di tutto il mondo. Il culmine sarà la 6ª Conferenza Mondiale su Fede e Costituzione, che si terrà in Egitto dal 24 al 28 ottobre 2025. Questo evento offrirà un’occasione unica per riflettere sulle sfide e sulle opportunità dell’ecumenismo contemporaneo.
Il Primo Concilio Ecumenico di Nicea non fu soltanto un dibattito teologico, ma anche un esempio di come il dialogo possa generare unità e rinnovamento spirituale. Il 2025 sarà un anno per celebrare questa eredità e lavorare verso una maggiore comunione tra le Chiese.