Roma, 08 agosto 2023 – Fa discutere la sentenza del Tar della Toscana, che, deliberando in favore della famiglia di una bambina della quarta classe della Scuola Primaria, ha condannato la preside della Scuola a pagare tremila euro di spese per aver negato l’esonero della bambina dall’ora di religione.
Che, in Italia, tutto animi una discussione è forse una notizia che non esiste. Tuttavia è rilevante che nel sistema scolastico statale vi possano ancora oggi essere quelle che, se non resistenze, sembrano delle prese di posizione incomprensibili.
Il sistema dell’IRC in Italia (Insegnamento della Religione Cattolica) ha assunto, nel tempo, un carattere controverso.
Sebbene sia in crescita il trend degli studenti italiani che non vogliono o non vogliono più avvalersi dell’ora di religione (l’ultima rilevazione attestava su oltre 7 milioni di studenti ben oltre 1 milione non si sono avvalsi dell’IRC), molte sono le anomalie che sembrano giocare a proteggere un sistema che è anacronistico.
La prima anomalia sono i dati. Per conoscere il numero degli studenti non avvalentesi dell’IRC bisogna consultare il portale della Conferenza Episcopale Italiana (qui).
Eppure, in tempo di rilevazioni statistiche, di controllo della qualità e di analisi delle performance scolastiche, è alquanto singolare che il portale unico dei dati della Scuola del Ministero dell’Istruzione e (oggi) del merito, non contenga alcuna rilevazione…appunto, in merito.
Senza voler entrare nella vicenda, ci sembrano però interessanti le motivazioni della sentenza. Che qui riportiamo: “L’insegnamento della religione cattolica nelle scuole italiane è basato sul principio di libera scelta […pertanto] vige il diritto di scegliere ogni anno se avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica”.
E qui una seconda anomalia. La scelta è tra avvalersi e non avvalersi. Cioè tra l’idoneità ad un percorso e la particolarità che investe chi non vuol avvalersene.
Abbiamo pensato potesse risultare utile guardare cosa succede in Germania rispetto all’insegnamento della religione.
Emerge subito una prima differenza col sistema italiano: le scuole tedesche, come altri settori, sono di competenza degli Stati federali. Gli alunni possono scegliere tra diverse religioni oppure un corso di etica. E questa scelta può variare di anno in anno e di grado scolastico in grado scolastico.
In Germania, quindi, viene privilegiato il diritto di scelta. Quello invocato dal TAR. Senza formule particolari: gli studenti scelgono il corso che ritengono più interessante oppure utile al loro percorso formativo. Senza particolarismi.
Da anni in Italia viene invocato un superamento dell’insegnamento confessionale. Proprio come in molti Paesi del centro o Nord Europa.
L’insegnamento del fatto religioso, all’interno delle scienze sociali o come percorso a parte, non deve essere automaticamente svalutato o guardato con sospetto.
In Italia, questo va detto, è proprio l’attuale sistema dell’IRC che, ribandendo i confini confessionali, può risultare anacronistico. Ed è questo sistema che, polarizzando il dibattito tra chi è favorevole e chi vorrebbe abolire l’insegnamento della religione, ha indebolito riflessioni più articolate sull’importanza di inquadrare il fenomeno religioso come parte della formazione che rende completo lo sviluppo degli studenti.
Certo è innegabile che, negli anni, non pochi insegnanti di religione (cattolica) abbiano inteso sviluppare il loro ruolo in maniera sempre più laica ed ecumenica. Ma, trattandosi di una scelta discrezionale, come spesso discrezionale è l’indicazione o la revoca degli insegnanti di religione da parte delle Curie, è lasciata comunque alla sensibilità ed all’orientamento personali.
Il merito di vicende come quella del TAR Toscana è utile a riaccendere l’attenzione su una questione aperta, l’IRC, spesso colpevolmente dimenticata.
Il tema non è quindi fare tabula rasa dell’insegnamento religioso. Semmai immaginare un superamento di quello che è ancora oggi un percorso confessionale verso un modello formativo più completo, ampio, plurale.
Il contributo etico o religioso, come quello civico dovrebbero quindi assumere un ruolo più libero, capace cioè di sviluppare il dibattito sulla società di oggi in maniera strutturalmente e non discrezionalmente ampia e inclusiva.
Glossario e approfondimenti IRC, insegnamento religione cattolica. Frutto del concordato tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica, prevede in tutte le scuole statali l'insegnamento della religione cattolica. La scelta di seguire o meno tali lezioni è nella facoltà delle famiglie e degli studenti e deve essere comunicata oppure modificata all'atto dell'iscrizione scolastica. In alcuni Stati europei l'insegnamento religioso non è contemplato: Francia, Repubblica Ceca, Slovenia e Albania. Anche le modalità di attuazione di tale insegnamento possono essere obbligatorie o facoltative. In alcuni Paesi è possibile scegliere i contenuti (cattolica, protestante, ortodossa, musulmana, ebraica, etc...) e gli approcci (culturale, storico, etico). Il commento della Federazione delle Chiese Evangelica in Italia, qui (in italiano).