
Il viaggio per venire in chiesa
Il trasporto pubblico a Roma influisce sulla partecipazione alle attività comunitarie. Testimonianze evidenziano difficoltà logistiche, tempi lunghi e proposte per migliorare il servizio.
Per andare in chiesa
Trasporto pubblico a Roma: sembra il tema, non accattivante, di una conferenza, genere pure di per sé non accattivante. Perché si è consapevoli della complessità del problema: il Comune di Roma si estende su una superficie che potrebbe includere le città di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo e Torino.
Quindi questo articolo ha scelto un taglio minimalista e una visuale molto ben delimitata. Abbiamo voluto vedere che cosa significa muoversi a Roma per alcuni membri di comunità, che hanno accettato di rispondere a tre domande: 1) Come raggiungete la chiesa? 2) I mezzi di trasporto sono funzionali o avete difficoltà a partecipare ai culti e alla vita di comunità? 3) Che cosa proporreste di fare per migliorare la situazione?
In totale hanno risposto 11 membri di chiesa, tra cui alcune assidue frequentatrici delle riunioni del gruppo donne, che si riunisce il mercoledì pomeriggio; poi, la sottoscritta e un’amica della comunità, che pur non facendone parte come membro partecipa agli studi biblici mensili del gruppo italiano.
La distanza più frequente dalla chiesa di Via Sicilia 70 è intorno ai 7 km. Questa non è la distanza media; ma vuol dire che quelli che abitano più lontano, diciamo a circa 40-50 km, specie se anziani rinunciano, soprattutto in inverno, quando fa freddo e le giornate sono corte, a partecipare alle attività che si svolgono nel pomeriggio e la sera (oltre al gruppo donne, il coro, incontri biblici).
Se da una parte c’è chi può venire a piedi perché abita vicino alla Christuskirche, all’altro estremo c’è chi va in auto da Cori a Cisterna (11 km) e poi prende il treno per gli ulteriori 44 km fino a Roma Termini.
Va meglio a chi abita a Capannelle e a Ciampino, che, in treno, distano da Roma Termini rispettivamente 10 e 14 km e impiegano intorno ai 15-20 minuti per arrivarci.
La stazione ferroviaria di Roma Termini, da cui si può raggiungere la comunità a piedi, è anche capolinea di molte linee di bus e quindi vi transitano in molti, soprattutto chi viene dal quadrante Est (Tiburtina, Nomentano) e dal quadrante Sud-Est (Capannelle, Ciampino). L’altra stazione che fa punto di riferimento è Barberini, della metro A, perché si trova in fondo a via Veneto e consente di prendere diverse linee di bus che risalgono la collina e hanno fermate vicino alla chiesa, nella stessa via Veneto oppure in via Boncompagni. La stazione Barberini è usata da chi viene da Sud e può prendere la metro A. Per chi abita a Ovest (Monteverde) ci sono le linee 8 e H fino a Piazza Venezia; poi si prende un bus oppure si fanno 2 km a piedi.
La maggior parte dei membri di chiesa si serve o di linee di bus o della metro A. Alcuni usano l’auto per venire fino in via Sicilia oppure per una parte del viaggio. Ogni tanto, si ricorre al taxi, specie se si hanno problemi di deambulazione o se è domenica.
La domenica le corse dei bus sono diradate e questo fa allungare i tempi di andata e ritorno. Alcuni devono prevedere circa 2 ore per arrivare in chiesa. Infatti una delle critiche riguarda la frequenza delle corse.
Un membro di chiesa ha così riassunto la situazione: “1) vengo in motorino 2) perché i mezzi non funzionano; 3) propongo di chiedere l’annessione alla Germania o al Vaticano.”
Come si può vedere, le difficoltà nell’uso dei mezzi pubblici non deprimono lo spirito romano, notoriamente cinico e beffardo.
Più realisticamente, una persona ha risposto che, per migliorare i trasporti a Roma, è necessario “rivedere il funzionamento dei tram e il numero di mezzi nelle tratte ad alto flusso turistico (es. Trastevere)”.
Roma, in passato, aveva una buona rete tramviaria, che è stata ridotta negli anni. Il tram offre il vantaggio di trasporare molte più persone di un bus e poi la posa dei binari non richiede scavi annosi, come accade con la metropolitana. Ma non è amato da chi lo considera brutto e rumoroso. Accuse abbastanza pretestuose, perché i nuovi tram non rientrano in nessuna delle due categorie. I veri motivi dell’avversione al tram risiedono nell’antipatia che questo mezzo suscita negli automobilisti che tendono al comportamento scorretto. Il tram, procedendo su rotaie, non può scartare di lato per evitare ingombri, come auto che invadono la sua corsia o auto parcheggiate male.
Aiuterebbe anche che chi gestisce il trasporto pubblico a Roma si chiedesse, di tanto in tanto, se è ancora funzionale. Un esempio: quando la linea A della metro fu inaugurata, oltre 40 anni fa, la metro chiudeva alle h. 23.30. Oggi, con un aumento enorme delle persone che lavorano fino a mezzanotte, è ancora così, 5 giorni su 7. Il venerdì e il sabato le corse finiscono all’1.30. Se prendiamo altre capitali europee con milioni di abitanti, come Berlino, Londra, Madrid, Mosca, Parigi, Roma è quella che chiude prima di tutte; seguita da Londra che termina le corse alle h. 24. Tutte le altre chiudono tra l’1 e le 2 del mattino. Non ci si può accontentare di ragionare come si è abituati a fare; il mondo cambia e bisogna cambiare per restare efficienti.
Anna Belli (Roma)