Roma, 10 novembre 2022 – Si svolgerà a Roma dal 17-19 novembre prossimi, presso la Facoltà Valdese di Teologia, il Convegno Internazionale dal titolo: Roma (a)cattolica. Pluralismo delle religioni a Roma tra la fine dello Stato Pontificio e l’inizio del Fascismo.
Organizzata dall’Istituto Storico Germanico di Roma (DHI), dal Centro Melantone (che vede insieme Luterani e Valdesi), dalla Facoltà Valdese di Teologia, dall’Anglican Centre di Roma e dall’Università di Monaco, l’iniziativa di studio prende le mosse da due centenari: la nascita della Christuskirche della Comunità Luterana di Roma; e lo spostamento, a Roma, della Facoltà Valdese di Teologia.
Ad introdurre i lavori saranno il direttore dell’Istituto Storico Germanico di Roma, Martin Baumeister e da Martin Wallraff, pastore luterano, già in servizio nella CELI e storico protestante.
“Roma – si legge nella presentazione dell’iniziativa – è una città religiosamente plurale. Da un lato, questa è una banalità: vale per tutte le grandi città europee. D’altra parte, non è evidente, perché Roma è diventata una città plurale relativamente tardi e in un tempo relativamente breve. Infatti, la percezione della città è spesso caratterizzata più dal cattolicesimo e dal secolarismo che dal pluralismo religioso”.
Abbiamo perciò chiesto a Martin Wallraff, non volendo spoilerare troppo, di incuriosirci su questa iniziativa molto interessante.
“Esistono due centenari in parallelo – ci spiega Wallraff – ma, oltre questo, c’è una storiografia sulla città di Roma, costretta in un bipolarismo ormai datato, che la vuole animata da spinte cattoliche e laiciste. La pluralizzazione della religione, nella storia della città di Roma, è però qualcosa di più complesso che, dopo il 1870, si manifesta con una certa evidenza. Si pensi, ad esempio, al sorgere di edifici di culto non cattolici; oppure la presenza, nelle Istituzioni, di esponenti del mondo non cattolico, di un sindaco ebreo. Sintomi importanti che fanno ritenere uno sviluppo della città in senso europeo ed ampio”.
L’analisi proposta sembra prefigurare una sorta di ecumenismo ante litteram anche se, precisa il prof. Wallraff, “la nascita del pensiero ecumenico è molto posteriore al 1870. Tuttavia se oggi usiamo ecumenismo come termine che tiene insieme fattori che identificano il mercato religioso, insieme all’economia, politica, certo la fede, cultura, in questo processo storico possiamo ravvisarne alcuni elementi”.
Roma, con la fine dello Stato Pontificio, non è più soltanto un centro religioso, ma anche centro politico. Due realtà che si intersecano e non si possono interamente dividere.
Perciò la realtà di Roma, per il suo valore simbolico, ha un peso ben specifico. “E forse questa sovrapposizione – come nota Wallraff – ha permesso un livello di esposizione delle altre confessioni su un piano nazionale ed europeo in un luogo fortemente simbolico: la città del Papa”.
“La realtà politica e quella religiosa – sottolinea ancora Wallraff – non sono alternative anzi tra loro sono necessarie per ben comprendere il fenomeno della pluralità religiosa di Roma”.
È interessante notare come la nascita della Christuskirche sia emblematica: “la sua costruzione – come spiega Wallraff -, è stata piuttosto sofferta, complicata. Non tanto per resistenze locali, romane. Quanto proprio per resistenze tedesche rivolte al significato che una simile azione avrebbe avuto e alle conseguenze che avrebbe potuto generare”.
In un periodo storico, la fine del 1800, nel quale i nazionalismi erano molto forti in Europa; in cui realtà politiche e religiose si confrontavano sulla nascita di una Chiesa, la Christuskirche appunto, nazionalmente tedesca nella città papale.
E per un periodo, dopo la perdita della sede in Campidoglio e per una breve fase di transizione, la Christuskirche condividerà i locali addirittura con l’ambasciata tedesca. Ma la presenza dei luterani a Roma, con la scelta di costruire una chiesa autonoma, è anche il segno della volontà di emancipazione dei credenti che passano dalla concessione di uno spazio protetto in cui professare la loro religione, come la cappella all’interno degli uffici di rappresentanza diplomatica, alla loro autonoma presenza in città in quanto luterani.
“Il Convegno è anche il segno – nota Wallraff – che Valdesi e Luterani oggi non hanno solamente in comune due centenari importanti; hanno da testimoniare insieme il loro esser parte di una presenza protestante di minoranza ma non marginale”.
“Questa iniziativa – chiosa infine Wallraff – ha certamente l’obiettivo di informare e formare su una prospettiva storica ben più ampia della polarizzazione “cattolico-laico”; ma, successivamente, raccogliendone gli atti, integrandoli e ampliandoli, creare le premesse per una storiografia che rimanga come riferimento di una riflessione storica moderna, aggiornata, adeguata”.