La pastora Kirsten Thiele espone una riflessione sulla Settimana di “Preghiera per l’unità dei cristiani” di quest’anno

“Dopo la nascita di Gesù avvenuta a Betlemme di Giudea, ecco giungere a Gerusalemme dei magi da Oriente e dire: Dov’è il neonato re dei Giudei? Abbiamo infatti visto la sua stella in Oriente e siamo venuti qui per onorarlo.

In viaggio, apparve ancora ai magi la stella che avevano visto in Oriente, che andava avanti a loro e si fermò sopra dove si trovava il bambino. Vista la stella essi gioirono di una grandissima gioia. Giunti alla dimora videro il bambino con Maria, sua madre e, gettandosi a terra gli si prostrarono davanti e, aperti i loro tesori gli offrirono doni: oro, incenso e mirra.” (Mt.2,1-2.9-11)

In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo.

Questo il motto di questa settimana, nella quale i cristiani di tutte le confessioni e di gran parte del mondo si uniscono in preghiera per l’unità. Per intenderci: l’unità della Chiesa non è qualcosa che noi potremo fare, ma è un fatto già avvenuto per volontà di Dio. Ecco perché rimane nostro compito di far diventare sempre più visibile questa unità che nello Spirito di Dio già esiste.

Da alcuni anni siamo d’accordo che questa unità non può consistere nel fatto che tutti e tutte dovrebbero riunirsi sotto la stessa dottrina – in quanto è  anche impossibile.

Il nuovo ordine è: unità nella diversità.

E qui diventa determinante la stella, che appare su Betlemme e che ha guidato alcuni uomini saggi dall’altra parte del mondo conosciuto. La stella riunisce ciò che sembra diviso. Quel bambino nella mangiatoria è il volto di Dio che vuole radunare il suo popolo da tutte le parti della terra e da tutti i popoli, come promesso già nei scritti ebrei, il nostro Primo Testamento. E quando Dio assume il volto umano in Gesù di Nazareth diventa visibile in lui la volontà divina: che siamo uniti nell’ amore, nella lotta comune per la giustizia per tutti e tutte, nella misericordia e nella riconciliazione.

La stella di Dio ci vuole guidare sul nostro comune verso Dio, su sentieri diversi, ma uniti sotto la Sua stella.

Così che non siamo “stelle erranti”, come vengono definiti (nella lettera di Giuda) coloro che tradiscono la fede, non annunciano la buona notizia di Dio per tutti, non combattono per la giustizia.

Ma che possiamo essere stelle splendenti, come già promette Daniele:

“I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento,
e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno.” (Daniele 12,3)

Alla fine è Gesù stesso, che si definisce la stella del mattino, che rischiara il nostro cammino, anche attraverso tempi bui, attraverso errorii e verso una comprensione sempre più chiara della volontà divina:

Alla fine, è Gesù stesso che si definisce la stella del mattino, che illumina anche nei tempi bui,

Così dice Gesù nell’ultimo capitolo della Bibbia:

“Ecco, io vengo presto e con me avrò la mia ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine. Io, Gesù, sono la radice e la discendenza di Davide, la lucente stella del mattino.” (Apc.22,12-13+16)

Gesù Cristo apre le porte della fede a tutte le nazioni, a tutti cristiani, a tutti fedeli.

E noi dobbiamo aprire i nostri scrigni, come i tre magi davanti al bambino, per condividere i doni diversi che abbiamo ricevuti. Questo ci arricchisce e questo porterà sempre di più all’unità anche visibile, dove potremo condividere non solo le nostre preghiere, ma anche pane e vino alla mensa del Signore, perché è Lui che ci invita tutti e tutte.

Con questo auguro una benedetta settimana di preghiera, sperando che duri anche più a lungo di una settimana all’anno.

Pastora Kirsten Thiele, Napoli

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