Sinodo della CELI: uno sguardo indietro e molti passi avanti

La 4a seduta del XXII Sinodo della CELI a Roma, 25 – 28 aprile 2019 Fede e Futuro – Glauben und Handeln 70 anni Chiesa Evangelica-Luterana in Italia Il “Parlamento della CELI” è composto da 56 sinodali provenienti da 15 comunità distribuiti su tutto il territorio nazionale

Uno sguardo indietro e molti passi avanti
Il Sinodo della CELI nel segno del 70° anniversario e di un deciso impegno per il futuro

 Il 25 aprile, Festa della Liberazione d’Italia dal nazifascismo, il parlamento della Chiesa Evangelica-Luterana inizia i suoi lavori.

“Fede e Futuro – Fede e Azione”, l’agire basato sulla fede e la fede concretizzata attraverso l’agire, saranno la traccia che orienterà i lavori dei 56 sinodali provenienti dalle 15 comunità CELI distribuite su tutto il territorio nazionale. Oltre al solito ordine del giorno di un sinodo, fatto di relazioni, di votazioni, di questioni di bilancio e di budget, della distribuzione dei fondi 8xMille e delle decisioni sulle numerose attività diaconali, l’obiettivo è quello di gettare le basi per il futuro. Crisi economica, dramma dei rifugiati, tendenze populistiche e nuovi nazionalismi, cambiamenti climatici e la profonda crisi delle istituzioni europee, sono temi particolarmente esplosivi anche in Italia. La CELI è solo una piccola chiesa ma affronta le sue responsabilità nella società e fa sentire la sua voce su tutte le questioni importanti.

Il Presidente sinodale Georg Schedereit attribuisce alla CELI, in virtù della sua anima bilingue e biculturale e del suo radicamento in ambiti culturali e spirituali diversi, una funzione di collegamento e di unificazione: “Dai tempi della Riforma, libertà e responsabilità sono collegate in modo inscindibile. Contribuire a migliorare la società partendo dal nostro particolare punto di osservazione, con la libertà dei luterani e con la disponibilità di cui siamo capaci, questo è il nostro impegno. E per i protestanti l’impegno sociale e politico sono inevitabilmente collegati in base al principio del sacerdozio universale dei battezzati.” Il tema sarà approfondito particolarmente in due momenti il 26 aprile. Un primo dibattito che vedrà sul palco Lothar Vogel, professore di Storia del Cristianesimo alla Facoltà Valdese di Teologia di Roma; il Segretario agli Studi della Conferenza delle Chiese Europee, Peter Pavlovic e Cordelia Vitiello, rappresentante legale della CELI; e un secondo momento, nel pomeriggio, che vedrà impegnati i sinodali in cinque gruppi di lavoro.

Un altro filo rosso del Sinodo sarà l’anniversario dei 70 anni. Nel 1949 infatti le Comunità Evangeliche Luterane in Italia, alcune delle quali secolari, si unirono per formare una chiesa dandosi uno statuto. Questi 70 anni coincidono con il più lungo periodo di pace e prosperità che l’Europa abbia mai conosciuto e che oggi è minacciato dall’onda dei nuovi populismi e dei nazionalismi di ritorno, da una profonda crisi delle istituzioni europee e da cambiamenti climatici che impongono nuovi paradigmi sociali ed economici. Heiner Bludau, decano della CELI, considera infatti i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, come la lotta contro la fame, la povertà e l’ingiustizia sociale; le misure contro il cambiamento climatico; la parità di genere, l’accesso all’istruzione, ecc. “come un orizzonte di riferimento per i lavori del Sinodo e come condizione imprescindibile per poter arrivare a festeggiare anche i cento anni della CELI: Le celebrazioni non devono in nessun caso distrarci dalle sfide del futuro, che sono il nostro vero obiettivo. Per me “Fede e Futuro – Glauben und Handeln” significano prima di tutto e soprattutto ciò che possiamo fare noi, come cristiani e come cittadini. È per me un binomio inscindibile, in realtà un trinomio, una triangolazione tra la fede che sta alla base di ogni nostra azione e il futuro visto in prospettiva dell’agire quotidiano.“

Il 28 aprile, la quarta seduta del XXII Sinodo si concluderà con un culto solenne nella Chiesa della Comunità Evangelica-Luterana di Roma e con una visita guidata al Palazzo del Quirinale. Una chiusura quindi che riafferma tanto l’identità tedesco-luterana quanto l’inclusione nella società italiana.

La 4a seduta del XXII Sinodo della CELI a Roma: 25 – 28 aprile 2019

Fede e Futuro – Glauben und Handeln: 70 anni di Chiesa Evangelica-Luterana in Italia Il “Parlamento della CELI” è composto da 55 sinodali provenienti da 15 comunità distribuiti su tutto il territorio nazionale Uno sguardo indietro e molti passi avanti: il Sinodo della CELI nel segno del 70° anniversario e di un deciso impegno per il futuro

Una data significativa coincide con l’inizio dei lavori del Sinodo della Chiesa Evangelica-Luterana in Italia, CELI, a Roma: è quella del 25 aprile, Festa della Liberazione d’Italia dal nazifascismo. Il Parlamento della Chiesa è composto da 55 sinodali, tra cui 32 donne, 6 delle quali pastori su un totale di 14 ordinati. Il tema della 4a seduta del XXII Sinodo è “Fede e Futuro – Glaube und Handeln” (Fede e Azione). Il Sinodo celebra anche i 70 anni dalla fondazione della CELI.

La CELI è composta da 15 comunità distribuiti su tutto il territorio nazionale e conta diverse migliaia di membri. “Non conosco un’altra chiesa in Italia strutturata in modo così democratico e policentrico”, sottolinea il presidente del Sinodo, Georg Schedereit. Oltre all’ordinaria amministrazione di un Sinodo, fatta di risoluzioni, di votazioni, di questioni di bilancio e di budget, della distribuzione dei fondi 8xMille e delle decisioni sulle numerose attività diaconali, l’obiettivo è quello di gettare le basi per il futuro. Crisi economica, dramma dei rifugiati, tendenze populistiche e nuovi nazionalismi, cambiamenti climatici e la profonda crisi delle istituzioni europee, sono temi particolarmente esplosivi anche in Italia. La CELI è solo una piccola chiesa ma affronta le sue responsabilità nella società e fa sentire la sua voce su tutte le questioni importanti.

Il 26 aprile il motto volutamente bilingue del Sinodo “Fede e Futuro – Glauben und Handeln” sarà oggetto di una tavola rotonda che vedrà impegnata la rappresentante legale della CELI, Cordelia Vitiello, membro del Consiglio della FML, assieme agli ospiti Peter Pavlovitsch, Segretario agli Studi della Conferenza delle Chiese Europee, e Lothar Vogel, professore di Storia del Cristianesimo presso la Facoltà Valdese di Teologia a Roma. Nel pomeriggio invece il tema sarà approfondito dai sinodali divisi in cinque gruppi di lavoro, con l’intenzione di tradurre spunti e riflessioni condivise in input concreti nel segno dell’impegno evangelico-luterano. Il Presidente sinodale Schedereit attribuisce alla CELI, in virtù della sua anima bilingue e biculturale e del suo radicamento in ambiti culturali e spirituali diversi, una funzione di collegamento e di unificazione: “Per me, da Presidente sinodale, anche in Italia fede e azione sono la misura della credibilità di ogni Chiesa e di ogni individuo.”

Due anni fa il Sinodo a Venezia era stato segnato dal 500° anniversario della Riforma, il Sinodo del 2019 invece ripercorre 70 anni di storia recente. Nel 1949 le Comunità Evangeliche-Luterane in Italia, alcune delle quali seculari, si unirono per formare una chiesa e si diedero una costituzione. La fondazione della CELI sarà ricordata con brevi retrospettive e con una mostra, mentre un ricevimento il 27 aprile celebrerà questa ricorrenza. Ma, secondo Heiner Bludau, decano della CELI, che considera i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, come la lotta contro la fame, la povertà e l’ingiustizia sociale, le misure contro il cambiamento climatico, la parità di genere, l’accesso all’istruzione, ecc. come un orizzonte di riferimento per i lavori del Sinodo: “La nostalgia non deve in nessun caso distrarre dalle sfide del futuro. Per me “Fede e Futuro – Glauben und Handeln” significano prima di tutto e soprattutto ciò che possiamo fare noi, come cristiani e come cittadini.”

Il 28 aprile, la quarta seduta del XXII Sinodo si concluderà con un culto solenne nella Chiesa della Comunità Evangelica-Luterana di Roma e con una visita guidata al Palazzo del Quirinale. Una chiusura quindi che riafferma tanto l’impronta luterana quanto l’inclusione nella società italiana.

Apertura della 4° seduta del XXII° Sinodo della CELI: Fede, Fare e Futuro

Inaugurazione della 4° seduta del XXII° Sinodo della Chiesa Evangelica-Luterana in Italia

Fede e Futuro – Glauben und Handeln (Fede e Azione). All’insegna di questo motto si svolgeranno i lavori del “Parlamento” della Chiesa Evangelica-Luterana in Italia dal 25 al 28 aprile a Roma per il Sinodo annuale. La prima giornata era dominata dalle relazioni del presidente del Sinodo, Georg Schedereit e del decano Heiner Bludau.

Già il primo giorno dei lavori è significativo: coincide infatti con il 25 aprile, Giorno della Liberazione dal nazifascismo. Molto probabilmente solo nel primo Dopoguerra un sinodo si è svolto in un momento così carico di tensioni e problematiche a livello nazionale ed internazionale. Migrazione, razzismo, populismo montante, crisi delle istituzioni europee e surriscaldamento globale. In questo clima “Caldo” in ogni senso della parola, carico di insicurezza e smarrimento, il sinodo cercherà di tracciare una rotta: cosa fare, come muoversi in base alla fede comune, come contribuire a rendere possibile un futuro.

Il sinodo si è aperto con un addio. Due pastori, Urs Michalke della comunità di Verona-Gardone e Franziska Müller della Comunità di Firenze, eletta vice-decana appena l’anno scorso, lasceranno la CELI nel corso del 2019. A loro è spettato l’onore di celebrare il culto di apertura della 4° seduta del XXII° Sinodo. 

Già il discorso inaugurale del presidente del sinodo, Georg Schedereit, ha offerto un gran numero di stimoli: “Svegliami o Dio dal sonno ecclesiastico e dai sogni troppo pii, svegliami perché capisca che non tutto potrà rimanere quello che è” recita una preghiera del metodista austriaco, Lothar Pöll. Partendo dal concetto di una chiesa bilingue e biculturale, ma soprattutto democratica, sinodale, policentrica e aperta alle ricchezze della diversità, Schedereit si è soffermato sulla coincidenza di Fede e Azione, del predicare bene e razzolare bene e della credibilità come chiesa, come comunità e anche a livello individuale. Ha parlato della condizione dei protestanti, soprattutto dei luterani, sempre in bilico tra due opposti. Come dice Lutero: “Un cristiano è un libero signore sopra ogni cosa, e non è sottoposto a nessuno. Un cristiano è un servo volonteroso in ogni cosa, ed è sottoposto a tutti”. Libertà e responsabilità sono dunque i valori inscindibili tramandati dalla Riforma.

L’etica del protestante si esprime, secondo il presidente Schedereit, in un’assunzione di responsabilità davanti a Dio e a se stessi, nell’ avere fiducia in Dio piuttosto che in (aspiranti) leader e seduttori, nella comprensione della Buona Novella indipendentemente dalla lingua nella quale viene espressa, e infine nella disponibilità al cambiamento, inteso come miglioramento delle condizioni di vita, del comportamento verso gli altri e verso l’ambiente. In questo senso il presidente sinodale vede sempre vivo per la chiesa evangelica, o meglio per le chiese evangeliche nelle loro diverse articolazioni, il compito di vigilare, di essere presenti nel dibattito politico. Schedereit ha chiuso il suo discorso ricordando l’anniversario dei 70 anni della CELI, “70 anni che coincidono con un periodo di un’era di pace eccezionalmente lunga, mai vista prima in tutta la storia dell’Europa occidentale, che ai giovani potrà sembra scontato quando invece e più e più minata e minacciato. Un periodo di prosperità che si basava su valori tramandati in modo determinante anche dal protestantesimo come dignità, libertà, democrazia, uguaglianza, tolleranza, solidarietà e giustizia. Valori che sono alla base dell’agire responsabile ispirato dalla fede. Fede e Futuro – Glauben und Handeln.”

Il decano della CELI, Heiner Bludau, ha esordito invece rallegrandosi per i 70 anni dalla fondazione della CELI, spunto per una riflessione profonda che, per quanto partita dalla scommessa di 70 anni fa, nel Dopoguerra, guarda soprattutto al futuro: “che cosa deve avvenire e, soprattutto, che cosa dobbiamo fare per celebrare, fra 30 anni, il centenario della CELI?”. Un discorso che sembra partire dalla realtà della chiesa evangelica-luterana ma che ben presto svela una dimensione universale: il futuro inteso come orizzonte dell’azione. Anche se più d’impronta amministrativa, la relazione del decano non ha mancato di fornire spunti ispirati all’attualità e riferiti al motto del sinodo “Fede e Futuro – Glauben und Handeln”, ovvero Fede e Azione. In un mondo in bilico, un mondo pieno di sfide, di insicurezze, di minacce alla libertà e all’uguaglianza, a fronte delle incertezze sul futuro della chiesa si colloca in una dimensione assai più radicale e drammatica il futuro del nostro pianeta Terra”, ha detto Bludau. 

Lo sviluppo dell’umanità non è minacciato solo dal surriscaldamento del pianeta e dalla questione ambientale, bensì anche da altri fattori di squilibrio nelle diverse parti del mondo: la disparità sociale, la fame, la questione di un’economia equa, della sanità e dell’istruzione a portata di tutti e molto altro ancora. La parola chiave per dare una risposta a questi problemi è “sostenibilità” e un orientamento in questo senso è stato espresso dall’Agenda 2030, firmata nel 2015 dai Capi di Stato di 179 paesi. La responsabilità dei membri della chiesa, a parte le decisioni sui progetti concreti, sta tutta nell’agire responsabile e coraggioso in base alla fede e nel trasmettere speranza. E che cosa opera la fede nella nostra vita? Magari, che dobbiamo avere meno paura di quella che avremmo senza questa fede e che possiamo avere una determinata prospettiva di speranza.”

Parte importante dell’azione ispirata alla fede è l’opera diaconale, progetti ideati, organizzati e anche finanziati dalle comunità. Il Concistoro ha semmai una funzione coordinatrice, insieme alla responsabile per la diaconia, Daniela Barbuscia, e a parte alcuni progetti portati avanti a nome della CELI come per esempio il progetto che permette un rientro protetto ai migranti riportati in Italia in base all’accordo di Dublino III.

Tra le sfide della CELI il decano ha nominato l’intesa con le altre chiese evangeliche e con la chiesa cattolica, la capacità di parlare ai giovani per garantire il ricambio generazionale nelle comunità e la sfida di un bilinguismo attivo nonché la copertura delle sedi pastorali, cosa che diventa sempre più difficile. 

“Guardiamo indietro con gratitudine e soprattutto sforziamoci di guidare la nave della Chiesa nelle correnti del presente con la necessaria responsabilità, con gioia e con impegno, il Concistoro di concerto col Sinodo. E speriamo in un futuro degno di essere vissuto e preghiamo nostro Signore Gesù Cristo di indicarci la via per mezzo dello Spirito Santo”, ha concluso Bludau.

A parte i 56 sinodali partecipano al Sinodo della Celi anche molti ospiti. OKR Olaf Waßmuth (EKD), Monsignor Ambrogio Spreafico (CEI) e Stefano Ercoli (SAE) hanno concluso con i loro saluti la prima giornata del sinodo prima che Christiane Groeben ha presentato la prima puntata di trenta minuti della storia della CELI.

L’ azione cristiana è secolare

4ª Seduta del XXII Sinodo della Chiesa Evangelica Luterana in Italia Libertà e responsabilità di un cristiano in relazione al cambiamento climatico Fede e azione – Fede e Futuro Sostenibilità e Agenda 2030

Fede fa Futuro – Libertà e responsabilità per il creato – Tavola rotonda e gruppi di lavoro

 Il Sinodo della CELI si è aperto il 25 aprile, giornata in cui si celebra la Liberazione dal nazifascismo in Italia, ma anche il secondo giorno è caduto in una data particolare: 33 anni dal disastro di Cernobyl. Una coincidenza casuale ma nello stesso momento molto significativa. La CELI è una piccola chiesa che si fonda sul principio di libertà e responsabilità decisa a dare segnali forti nell’ ambito del sinodo 2019, parole a cui far seguire fatti concreti. Consapevolezza ambientale, ecologia, responsabilità per il creato e per le generazioni future… Fede fa futuro. Il sinodo resterà riunito ancora fino a domenica 28 aprile.

Il lavoro del Sinodo consiste in decisioni di ordinaria amministrazione – bilancio, mozioni, dibattiti – e in decisioni di portata programmatica. La seconda giornata del sinodo è stata dedicata al tema del Sinodo, Fede e Futuro – Glauben und Handeln. Prima con una discussione pubblica a tre che ha visto coinvolti Lothar Vogel, professore di storia del Cristianesimo presso la Facoltà Valdese di Teologia di Roma, pastore ordinato della Württembergische Landeskirche e a Roma da più di dodici anni; il Segretario agli Studi della Conferenza delle Chiese Europee, Peter Pavlovic, pastore ordinato e specializzato in questioni ambientali; e Cordelia Vitiello, vicepresidente del Concistoro e membro del Consiglio della Federazione Luterana Mondiale.

Lothar Vogel si è occupato della natura dell’azione ispirata dalla fede. Secondo Lutero, l’azione cristiana è di natura strettamente corporea. Secondo questo concetto i cristiani sono chiamati ad agire in questo mondo, come tutti gli altri esseri umani, senza sentirsi moralmente superiori, assieme a loro e nel pieno rispetto di tutti. “La nostra fisicità, sottolinea Vogel, ci colloca nel mondo delle creature, nell’ambiente, e ci responsabilizza.” La carità, la preoccupazione per il benessere degli altri, sono assolutamente “obblighi” secolari. Si tratta per ognuno di scoprire le proprie competenze specifiche e di agire in modo responsabile. La competenza specifica del cristiano secondo Vogel è chiara: “Abbiamo forse meno paura della morte e da questo possiamo trarre la speranza come base del nostro agire.”

Peter Pavlovic ha affrontato invece il tema del cambiamento climatico nel dialogo tra identità cristiana e laicità, tra speranza e panico per il futuro. Solo un’uscita immediata dall’economia basta sulle energie fossili e una drastica riduzione delle emissioni di CO2 potrebbero impedire un ulteriore aumento della temperatura di 3 – 4 gradi entro la fine del secolo. “Un rallentamento non serve a niente, occorre un’inversione!” Pavlovic ha definito la questione climatica una nuova arena per la chiesa (o le chiese). La vita non è una questione privata, è piuttosto ciò che l’uomo fa con il tempo di Dio, ciò che fa con il mondo di Dio. L’uomo non è il sovrano del mondo, ma ne è responsabile. Per questo motivo le chiese del mondo devono lavorare insieme per la salvaguardia del creato.

Secondo Cordelia Vitiello la chiesa deve riprendersi il ruolo di “soggetto che aiuta”. Non deve chiudersi alla cooperazione attiva con la politica, perché solo in questo modo è possibile arrivare a soluzioni concrete. ”Nella situazione di crisi generale nella quale ci troviamo, dobbiamo trovare il modo di vivere attivamente la nostra fede nel mondo tramite la solidarietà e imparando ad utilizzare tutti i mezzi innovativi di comunicazione senza perdere il nostro messaggio.”

Sulla base di questi input, i sinodali si sono divisi in cinque gruppi di lavoro per riflettere insieme per due ore su come la Chiesa oggi può agire concretamente. I risultati dei gruppi di lavoro saranno raccolti e pubblicati in un documento votato dal sinodo, che potrà servire alla CELI come base per le future decisioni. Hanno chiaramente evidenziato la decisione della CELI e del suo sinodo di impegnarsi attivamente e con grande serietà a favore dell’ecologia, nella tutela dell’ambiente e nella lotta contro i cambiamenti climatici. Le proposte uscite dai gruppi vanno dalla nomina di un responsabile ambientale CELI a un’indagine sulla sostenibilità ambientale delle singole comunità. E poi ancora: la preparazione di una brochure con linee guide di uno stile di vita sostenibile e responsabile, l’organizzazione della giornata della Riforma in veste verde e interconfessionale, la nomina di un ulteriore sinodale under 25 in ogni comunità, la compensazione ecologica dei viaggi di lavoro, e questo solo per citare alcuni degli obiettivi da raggiungere.

Fede fa Futuro: il Sinodo CELI 2019 si chiude con un impegno per la sostenibilità e l’ecologia

Il Sinodo della Chiesa Evangelica-Luterana in Italia, CELI, si è concluso dopo tre giorni intensi di lavoro tra mozioni, relazioni, una tavola rotonda e gruppi di lavoro sul tema Fede e Futuro – Glauben und Handeln (Fede e Azione), culminati in una dichiarazione d’impegno in 5 punti come base dell’agire ispirato dalla fede.

Soprattutto le ultime quattro mozioni, raggruppate poi in una mozione che funge da dichiarazione programmatica del Sinodo stesso, hanno dimostrato come la CELI prenda sul serio il tema dell’ecologia e della sostenibilità. Già nei loro discorsi introduttivi, il decano Heiner Bludau e il presidente del Sinodo, Georg Schedereit, hanno ribadito come una chiesa debba svolgere anche un ruolo sociale e politico. Il decano Bludau ha posto i 17 obiettivi dell’AGENDA 2030 come linee guida dei lavori dei 56 sinodali.

La dichiarazione conclusiva del Sinodo è una presa di posizione su come la Chiesa Evangelica-Luterana intenda affrontare il proprio cammino verso il futuro in riferimento al tema Fede e Futuro – Fede e Azione:

  1. “Riconosciamo che abbiamo peccato nei confronti delle buone intenzioni di Dio con il suo Creato e prendiamo atto che stiamo puntando verso una catastrofe globale irreversibile.“
  2. “Ci impegniamo a cambiare il nostro stile di vita personale attraverso misure concrete, per vivere e agire in maniera più equa.”
  3. 3. “Ci informiamo, impariamo gli uni dagli altri (es: “Come diventare un’ ‚Eco-Famiglia” Comunità di Verona). Nominiamo un referente per l’Ambiente nelle nostre Comunità e a livello della CELI.“
  4. “Creiamo reti a livello locale e interregionale con altri attori (Chiese, istituzioni). Quando celebriamo e agiamo, lo facciamo nella consapevolezza del processo conciliare di pace, giustizia e mantenimento del Creato.”
  5. 5. “Come Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI) difendiamo gli interessi del Creato che Dio ci ha affidato nei confronti della politica e della società.“

La terza giornata dei lavori del Sinodo si è conclusa con un ricevimento a Villa Aurelia a Roma per festeggiare i 70 anni dalla fondazione della CELI. Domenica, 28 aprile il sinodo si è concluso con un culto solenne nella chiesa della Comunità Evangelica-Luterana di Roma, durante il quale c’è stato il saluto di congedo ai tre pastori Franziska Müller, Friedemann Glaser e Urs Michalke.