
Status delle donne nel mondo: i Governi rispettino gli impegni presi
CSW69 conclude con un appello ai governi per combattere la violenza di genere, investire nell’istruzione e rispettare gli impegni presi alla Conferenza di Pechino.
Un appello ai governi: onorate gli impegni di Pechino
Il 21 marzo si è conclusa la 69ª sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo Status delle Donne (CSW69) con un forte appello agli Stati membri affinché rispettino gli impegni assunti alla Conferenza di Pechino del 1995. Delegati della Federazione Luterana Mondiale (LWF) hanno partecipato all’evento, che ha visto oltre 13.000 partecipanti, tra cui più di 8.800 organizzazioni della società civile.
Sikhonzile Ndlovu, responsabile per l’advocacy della LWF, ha accolto con favore la dichiarazione politica adottata, sottolineando l’importanza delle richieste per combattere la violenza di genere, investire nell’istruzione e garantire protezione sociale. Tuttavia, ha evidenziato la necessità di verificare se gli Stati finanzieranno concretamente tali iniziative, dato il crescente arretramento sui diritti di genere in diversi paesi.
Progressi e sfide ancora aperte
Alcune delegate presenti a New York non erano ancora nate nel 1995, mentre altre ricordano la Conferenza di Pechino come un momento di grande speranza. Kaleb Sutherland, rappresentante della Chiesa Evangelica Luterana in America (ELCA), ha evidenziato le disuguaglianze persistenti, nonostante i progressi: 129 milioni di ragazze nel mondo non frequentano ancora la scuola, soprattutto nelle aree rurali e nelle comunità più povere.
Sutherland ha sottolineato anche il divario di genere nel mercato del lavoro. In molte regioni le donne affrontano difficoltà nell’accesso all’occupazione, subendo un persistente gap retributivo. Negli Stati Uniti, ad esempio, le donne afroamericane e ispaniche che lavorano nel settore STEM (science, technology, engineering and mathematics) guadagnano mediamente 20.000 dollari in meno rispetto alla media nazionale e 33.000 dollari in meno rispetto ai colleghi maschi bianchi.
Violenza di genere in aumento
Kamilla Buitrago Guerra, operatrice psico-sociale della Chiesa Evangelica Luterana della Colombia, ha denunciato l’allarmante crescita della violenza di genere nel suo paese. L’88% dei casi di stupro e violenza sessuale colpisce ragazze sotto i 18 anni. Inoltre, meno del 50% delle donne ha una propria fonte di reddito, riflettendo una cultura patriarcale radicata. Guerra ha chiesto ai governi di impegnarsi concretamente per attuare il piano di Pechino, garantendo giustizia per le vittime e punendo i colpevoli.
In Sudafrica, la situazione è altrettanto drammatica. Ogni 10 minuti una donna viene uccisa e ogni 23 minuti una subisce una violenza sessuale da una persona di fiducia. La Rev. Lilana Kasper, prima direttrice esecutiva donna della Comunione Luterana dell’Africa Meridionale, lavora per fornire supporto alle vittime. La sua Chiesa ha sviluppato strumenti di assistenza e formato operatori in ogni diocesi per aiutare le donne a trovare giustizia e guarigione.
Verso un’azione concreta
Kasper ha sottolineato l’importanza di rafforzare i meccanismi di responsabilità affinché gli impegni di Pechino vengano finalmente attuati. “Dobbiamo intensificare l’advocacy per la piena realizzazione della piattaforma d’azione e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, ha dichiarato, ribadendo il messaggio della LWF per una giustizia di genere concreta e duratura.
Foto di copertina
Componendi della delegazione della Federazione Luterana Mondiale (LWF) alla 69ma Commissione sui diritti delle donne conclusa il 21 marzo a New York. © LWF/P. Hitchen