Roma, 17 settembre 2024 – Riscaldare con l’acqua di un fiume? – Già realtà per 3500 famiglie a Mannheim. La città si trova sul Reno; nell’arco dell’anno la temperatura del fiume oscilla tra i 5 e i 25 gradi centigradi.
Come mai si potrebbe usarla per riscaldare delle case? Ciò che sembra quasi incredibile è, in realtà, possibile, perché l’energia termica contenuta nell’acqua del fiume è sufficiente, anche in pieno inverno, a far funzionare una grande pompa di calore, che infine immette acqua a 99 gradi nella rete di teleriscaldamento della città di Mannheim.
Finora rifornisce 3500 famiglie. Ecco come funziona: Si preleva una certa quantità di acqua dal Reno; questa trasferisce il suo calore a un liquido refrigerante con un punto di ebollizione molto basso. In questo modo, il liquido si trasforma in gas. Comprimendolo, poi, il gas si riscalda notevolmente e riesce, in un altro scambiatore di calore, a scaldare l’acqua a temperature tra gli 83 e i 99 gradi. Il refrigerante stesso si condensa nel processo, cioè si liquefà nuovamente e torna disponibile per il ciclo.
L’acqua riscaldata, invece, viene immessa nelle tubature della rete di teleriscaldamento della città di Mannheim. In totale, quindi, sono tre i cicli interconnessi: quello dell’acqua del Reno, quello del refrigerante e quello della rete di teleriscaldamento.
Tra 700 e 1000 litri d’acqua al secondo vengono prelevati dal Reno per passare nella pompa. Dopo aver estratto il calore, la pompa rilascia l’acqua nel fiume: la sua temperatura è diminuita tra due e cinque gradi.
Quali sono le conseguenze? Poiché finora vengono utilizzate solo piccole quantità d’acqua per generare calore, la temperatura del Reno cambia solo pochissimo, ma se tutte le città e le industrie lungo il fiume volessero utilizzarne il calore, potrebbero nascere dei problemi.
Tuttavia gli esperti sottolineano che molti corsi d’acqua si stanno surriscaldando a causa dei cambiamenti
climatici, per cui il ritorno di acqua più fresca potrebbe anche rappresentare un vantaggio.
La pompa di calore fluviale messa in funzione a Mannheim nell’ottobre 2023, sebbene sia attualmente una delle più grandi del suo genere in Europa, contribuisce solo al 3% al teleriscaldamento della città. Tuttavia, ne sono già state progettate altre due. In questo modo si dovrebbero rifornire 50.000 famiglie.
Entro il 2033, Mannheim vuole rinunciare completamente all’uso del carbone fossile, particolarmente dannoso per il clima, per il teleriscaldamento. Sarà spenta la grande centrale elettrica di Mannheim che ha finora approvvigionato la città. Il carbone sarà sostituito da un mix di calore fluviale, energia geotermica e calore di scarto generato dall’incenerimento di rifiuti; grazie a questa decarbonizzazione, le emissioni del teleriscaldamento diminuiranno notevolmente.
In Germania, oltre a Mannheim, sono previste o già in funzione pompe di calore ad acqua a Berlino, Amburgo, Stoccarda e Rosenheim, vicino a Monaco (dati del gennaio 2024). In un confronto internazionale, la Germania è molto indietro nell’uso delle pompe di calore di grandi dimensioni a
causa dei prezzi (troppo) favorevoli dei combustibili fossili e delle emissioni di CO₂.
In Scandinavia, invece, questa tecnologia è utilizzata da tempo. Nella capitale svedese Stoccolma, da
anni, oltre 90.000 abitazioni vengono riscaldate con il calore delle acque reflue industriali. Nella città norvegese di Drammen, più della metà dei 100.000 abitanti riscalda le proprie abitazioni con l’energia termica estratta dal fiordo. A Esbjerg, in Danimarca, la pompa di calore ad acqua marina più grande del mondo fornisce il teleriscaldamento ai 100.000 abitanti della città, anche se solo dall’anno scorso. Anch’essa sostituisce una centrale elettrica a carbone che è stata chiusa nel giugno 2024.
Andrea Massias