Roma, 10 marzo 2024 – Il sistema sanitario a Gaza è stato distrutto. È questa l’amara constatazione del dottor Fadi Atrash, amministratore delegato dell’Augusta-Victoria-Hospital di Gerusalemme est. Durante una visita a Ginevra ha incontrato il personale umanitario di diverse missioni della Federazione Luterana Mondiale per informarli sulla situazione sanitaria in Palestina e per sostenere un cessate il fuoco così da consentire agli aiuti umanitari di entrare nella Striscia di Gaza.
Dall’inizio di questo conflitto sono stati uccisi 30.000 palestinesi, di cui circa il 70% donne e bambini. Più di 60.000 sono rimasti feriti. Lo stato dell’assistenza sanitaria “a Gaza va oltre ogni immaginazione o descrizione”, afferma Atrash. “Non c’è assistenza sanitaria a Gaza. Gli ospedali possono somministrare solo suture, bende e medicine per via orale. Si sente odore di morte ovunque.”
8.000 malati di cancro e sette cucchiai di riso
Il dottor Atrash è in contatto regolare con gli ospedali di Gaza, in particolare con l’ospedale anglicano Al Ahli nella città di Gaza con cui AVH collabora per la diagnosi precoce del cancro. L’ospedale anglicano ha subito gravi danni ed uno staff della FLM è stato ucciso. Il personale rimasto “mangia un pasto al giorno, pari a sette cucchiai di riso”.
Le persone ferite nel conflitto armato non possono ricevere cure adeguate e anche semplici ferite hanno condotto alla morte molte persone oppure all’amputazione degli arti. Gli antidolorifici non sono disponibili. Molte persone rimarranno permanentemente disabili a seguito di questo conflitto. Il rischio di infezioni ed epidemie è elevato, afferma inoltre Atrash. “Vediamo un aumento delle malattie della pelle, come la scabbia: questo non colpisce solo fisicamente le persone, ma le umilia”.
Come parte della rete ospedaliera di Gerusalemme Est, l’AVH fornisce cure specializzate contro il cancro e l’emodialisi. Molti dei suoi pazienti dall’inizio della guerra non hanno potuto accedere a cure salvavita. Non solo i feriti della guerra, dunque, ma anche le persone già gravemente malate.
I tagli dei finanziamenti all’Autorità Palestinese e alla principale organizzazione delle Nazioni Unite che sostiene i servizi sociali in Palestina, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per il lavoro e il soccorso (UNRWA), mettono in pericolo l’intero sistema sanitario palestinese.
Un invito all’azione
La necessità, quindi, della fine della guerra a Gaza, o almeno un cessate il fuoco umanitario, in modo che le organizzazioni umanitarie possano fornire aiuto alla popolazione civile intrappolata nella zona.
L’invito alla comunità internazionale affinché si cominci a pianificare la ricostruzione. Il dottor Atrash ha affermato che le organizzazioni palestinesi con esperienza nel lavoro a Gaza dovrebbero essere coinvolte per qualsiasi soluzione postbellica e per affrontare questa crisi.
Ultimo ma non meno importante, pur riconoscendo il grande tributo di vite civili in questa guerra, chiede alla comunità internazionale di esercitare maggiori pressioni su Israele, di proteggere i civili e di sostenere il diritto internazionale. “L’umanità è a rischio”, avverte. “Dobbiamo trovare una soluzione che porti la pace a israeliani e palestinesi e permetta loro di godere dei diritti fondamentali a cui hanno diritto come esseri umani”.