Roma, 19 marzo 2024 – Presentato in Germania il documento congiunto della Conferenza episcopale tedesca (cattolica) e della Chiesa evangelica in Germania (EKD) “più visibilità nell’unità, più riconciliazione nella diversità”.
Il testo (scaricabile qui in tedesco) illustra le opportunità di un ecumenismo orientato al processo e segue il cammino tracciato da un altro documento, del 2016, “Guarire la memoria – Testimoniare Gesù Cristo” (scaricabile qui in tedesco).
Si tratta di documenti nati nell’ambito del continuo e costruttivo scambio costruttivo all’interno del gruppo di lavoro comune in ambito ecumenico.
Sia la Chiesa cattolica che quella evangelica in Germania stanno vivendo una fase di cambiamento. La vita ecclesiale in entrambe le denominazioni sta cambiando. Con la perdita delle vecchie certezze e delle strutture familiari, le priorità devono essere nuovamente orientate.
La nostra preoccupazione è salvaguardare l’unione ecumenica vissuta non venga compromessa durante questi cambiamenti, quanto valorizzata e rafforzata. Questo il senso delle riflessioni di Volker Jung, membro del consiglio dell’EKD e presidente della Chiesa evangelica in Assia e Nassau (EKHN).
Perciò questa “Parola Comune” conferma le molte esperienze ecumeniche felici e di successo vissute fino ad oggi, e non solo nelle interazioni quotidiane a livello locale.
Una conferma che si estende anche agli approcci teologici comuni su cosa è la Chiesa e quale è la sua funzione nel mondo, senza disattendere le domande dolorosamente irrisolte, soprattutto nel culto comune.
Da parte cattolica il nuovo documento è vissuto come un “chiaro impegno a favore dell’ecumenismo”. Questa la posizione del dott. Gerhard Feige, presidente della Commissione ecumenica della Conferenza episcopale tedesca.
L’unità della Chiesa è percepita come un fattore dinamico: non ancora raggiunto ma in parte già realizzato nella cooperazione ecumenica fin qui costruita.
Ed anche in questo caso, senza distogliere lo sguardo dai problemi che accomunano le grandi chiese in Germania: ovvero la perdita di membri di chiesa. Una sfida che non dovrebbe prevalere sull’impegno ecumenico.
Una sfida nella società tedesca attuale, dove la polarizzazione aumenta: emergono circoli identitari sempre più chiusi che trovano sempre più difficile comunicare tra loro. Le chiese non sembra siano esenti da questa tendenza.
Ma possono – in parte a partire da dolorose esperienze, in parte da una migliore intuizione – elaborare modelli di pacifica convivenza interconfessionale.
Scoprendo anche la diversità interiore come risorsa per coniugare amore di Dio e amore del prossimo: catecheticamente e liturgicamente. Diaconalmente e politicamente.
Il nuovo documento sfrutta questa opportunità. Senza subire la paura di parlare di unità, anche di unità visibile e trattando la diversità interna ed esterna delle Chiese non come un problema da risolvere, ma quanto una risorsa da sfruttare.
Perciò le Chiese hanno formulato insieme già nel titolo una prospettiva programmatica: un’unità che dovrebbe diventare più visibile e una riconciliazione più tangibile riferendosi al principio di costruzione dell’intero documento.
Una prospettiva diversa, nuova, orientata al futuro su ciò che è stato realizzato attualmente, sulle questioni attuali e sui prossimi passi, qualunque essi siano.
Un documento perciò pratico e concreto, realistico: basato sui principi, che valorizza e rivaluta teologicamente, oltre che sulla pratica dinamica dell’ecumenismo.
Ma anche un testo che contiene due cambiamenti di paradigma: l’ecumenismo come processo non lineare. Che alterna cioè “alti e bassi”. Quindi non più né strettamente finalizzato all’unità ultima della Chiesa come confermato dalla dichiarazione contenuta nel testo: “ci promettiamo a vicenda che non vogliamo essere una Chiesa solo per noi stessi, ma solo in dialogo gli uni con gli altri”.
Mentre il secondo cambio di paradigma riguarda l’atteggiamento nei confronti dell’ecumenismo con la ricerca di una “sobrietà impegnata”. Un processo, quindi, in cui le battute d’arresto, come quella sulla “mensa comune”, vengano vissute con meno irritazione. Nella consapevolezza che, le differenze sui temi etici e moralmente impegnativi, come aborto, eutanasia, matrimonio per tutti, pur rimanendo invitano al confronto e non allo scontro.