Firenze, 19 marzo 2023 – Si è conclusa in queste ore a Firenze la Conferenza nazionale della Rete della Diaconia della CELI.
Tra le Comunità presenti la Sicilia, Roma, Merano, Bolzano, Ispra-Varese, Torino, Firenze-Emilia Romagna-Marche, Verona, Venezia.
Le attività, coordinate dalla referente nazionale, la diacona Barbara Panzlau, si sono alternate in modo armonico e ben strutturato con diversi momenti di confronto, discussione, formazione e, perché no, anche conviviali.
Si tratta del primo incontro in presenza dopo il lungo periodo di fermo a causa della pandemia. È stato così possibile presentare le molte e diverse iniziative diaconali in corso nelle Comunità luterane in Italia.
La forza dell’azione diaconale della Chiesa luterana, del resto, si esprime proprio nella capacità di riuscire ad intervenire nelle realtà locali talvolta direttamente, altre volte sostenendo progetti in rete, altre ancora finanziando progetti di organizzazioni terze.
Azioni di contrasto alle diverse forme di povertà, supporto alle persone sole, sostegno a chi si trova in difficoltà sociali, fino all’accoglienza nei confronti dei migranti con percorsi di crescita ed emancipazione, protezione delle vittime di abuso. Sono soltanto alcuni esempi di quanta diversità di impegno la diaconia luterana produca. Direttamente o nel lavoro in rete con altri partner.
L’importante non è essere sempre e a tutti i costi in prima linea. È però importante dare una mano nella consapevolezza che la diaconia si fonda sulla relazione costruita ascoltando le società, dialogando con le persone, guardando quel che succede intorno a noi.
A partire dalla necessità di affrontare, discutere, riflettere sulle criticità che ci riguardano: l’esiguità dei numeri, certo, ma anche l’importanza di calibrare al meglio le risorse a disposizione in una visione strategica della diaconia.
Con uno sguardo alla riconoscibilità del contributo della Chiesa Luterana nell’impegno diaconale e con la voglia di non far diventare le criticità un freno che ci impedisca di osare, di pensare, di sperare. In una sola parola: di avere fede.
Quindi l’importanza della comunicazione che sostiene questo impegno. Lo rende alla portata di tutti e tutte: come per sua natura dovrebbe essere. E ci restituisce la consapevolezza che le Chiese non possono ridursi ad enti erogatori di servizi, ma a Comunità capaci di umanità, trasparenza, impegno.
Su questo tema si è incentrato il workshop di Gianluca Fiusco. Già direttore di una importante opera diaconale, oggi responsabile della comunicazione della CELI, formatosi in Germania e in Italia.
La Diaconia, prima di farsi azione, quindi, rappresenta una parola che, mentre la si dice, impegna. Chi opera nella Diaconia lo fa perché ha ricevuto un annuncio. Un annuncio che porta i cristiani ad impegnarsi. A far diventare la relazione di aiuto uno strumento che, mentre produce sostegno concreto verso altri, aiuta chi vi partecipa ad esercitare una vocazione cristiana. Una impegnativa vocazione cristiana nella reciprocità, per parafrasare Jürgen Moltmann.
La diaconia luterana c’è, quindi. Sostenuta dai fondi otto per mille o direttamente dalle Comunità, da donazioni private. Esiste e resiste. Anzi esiste e rilancia la propria vitalità con gioia, nella disponibilità a fare rete laddove possibile, ma senza rinunciare ad esplorare nuove forme e modi di aiuto nella reciprocità e strade che le permettano di annunciare l’amore di Dio con parole e gesti concreti di aiuto, sostegno, ascolto, emancipazione, libertà.